Woods nella leggenda 82 vittorie come Snead
«Non pensavo potessi riuscirci» Dopo tanti scandali e problemi fisici, l’incredibile rinascita
Dall'1 all'82 sono passati 23 anni. Era il 1996 quando Tiger Woods, allora ventenne, a Las Vegas, lo Shriners Hospitals, conquistò il suo primo successo nel PGA Tour.
Era già lunedì mattina in Giappone, a Chiba, per lo Zozo Championship, quando la Tigre ha centrato la sua 82ª vittoria eguagliando un primato che sembrava irraggiungibile, quello della leggenda americana Sam Snead. Slammin' Sammy, così era chiamato per la potenza dei suoi colpi, scomparso nel 2002, aveva 52 anni quando nel 1965 realizzò il record di 82 vittorie nel circuito PGA: si sono dovuti attendere 54 anni per rivedere una impresa simile, tra l'altro ottenuta da Woods a 43 anni, nove in meno di Snead.
«Un record che certamente non credevo fosse possibile raggiungere quando ho iniziato la mia carriera» sono state le prime parole di Tiger alla premiazione. Il successo giapponese, tra l'altro, è arrivato due mesi dopo il quinto intervento chirurgico al ginocchio sinistro.
L'INCONTRO. Aveva cinque anni la Tigre, era un cucciolo, quando incontrò per la prima volta Snead: accadde non lontano da Los Angeles, al Calabasas Country Club. Giocarono due buche assieme. «Ero un ragazzino con il naso appuntito» ha raccontato. Ma sapeva già cosa fare, al punto da ignorare addirittura il consiglio di Snead di raccogliere la pallina finita in acqua: il padre gli aveva insegnato di giocarla sempre dov'era. E così riuscì a stupire Slammin' Sammy con un bogey.
Un record, quello delle 82 vittorie, al quale Woods aveva spesso pensato, specialmente dopo il successo al Masters di Augusta 2019, 15º major. «Se voglio raggiungere il primato di Jack Nicklaus, 18 major, devo sorpassare Snead. È semplicemente la matematica».
ALTRE STRADE. Eccolo allora, alla soglia del 44º compleanno (il 30 dicembre), pronto a scommettere nuovamente su se stesso. «Fisicamente - ha aggiunto - non sono in grado di fare le cose alle quali ero abituato, ma posso ancora pensare alla mia maniera in un campo da golf».
Lo ha dimostrato a Chiba, battendo per tre colpi il favorito Hideki Matsuyama, rimanendo al comando, in coabitazione o da solo, per tutti i cinque giorni del torneo. «Cinque giorni in testa alla classifica - ha spiegato - sono lunghi e anche stressante».
Con questa vittoria è anche risalito al sesto posto del ranking mondiale (guidato ancora da Brooks Koepka), guadagnando quattro posizioni rispetto alla settimana scorsa.
INVINCIBILE. Ma Woods nella sua carriera non ha battuto solo record sul green. È venuto fuori dallo scandalo delle molteplici amanti, dal divorzio, da una serie lunghissima di interventi chirurgici; dopo l'arresto del 2017 (al volante nonostante fosse imbottito di farmaci) si è trovato addirittura al 1.199º posto del ranking mondiale. «Mi sto riprendendo da tempi davvero bui» aveva detto all'epoca.
La sua capacità di tornare al vertice, dopo essere caduto in basso, e non una volta sola, ha creato attorno alla Tigre una aurea di invincibilità, mostrata per l'ennesima volta anche in Giappone. Sicuramente non l'ultima.