Corriere dello Sport

Perché è il più forte di tutti

- di Alberto Dalla Palma

Se Mancini stava ancora cercando il centravant­i per l’Italia, probabilme­nte lo ha trovato in questi giorni perché in giro non ci sembra che ci sia uno più forte di Ciro Immobile. Lo dicono i numeri, che vanno solo letti e commentati: 12 gol nelle prime dieci giornate di campionato (che per lui non sono un record: due anni fa era arrivato addirittur­a a 13), 79 gol in serie A con la Lazio, due in più del mitico Chinaglia, 99 gol con la maglia biancocele­ste, coppe comprese. Ma possiamo anche non fermarci qua e continuare. Dall’inizio del campionato, Immobile è rimasto a secco soltanto in due partite: contro la Roma e a Milano contro l’Inter; e nelle ultime cinque giornate ha segnato otto reti: 1 al Genoa, 2 al Bologna, 2 all’Atalanta, 1 alla Fiorentina e 2 al Torino. Ciro, in questo momento, rappresent­a la Lazio e il confronto con Belotti, nella notte dell’Olimpico, è finito in modo quasi impietoso per l’attaccante del Torino, che è stato fermato dalla traversa, è stato travolto da uno dei vecchi amici del cuore e all’ultimo secondo ha addirittur­a provocato un autogol. Non che questo modifichi il valore del Gallo, sia chiaro, ma Immobile adesso è veramente di un altro pianeta grazie anche al gioco con cui la Lazio lo mette nelle condizioni di esprimersi al meglio. Un gioco completame­nte diverso da quello della Nazionale, dove Ciro non rende mai al massimo: attaccando spalle alla porta, diminuisce del cinquanta per cento le sue potenziali­tà. Con Inzaghi, invece, è sempre rivolto verso la porta avversaria, entra negli spazi e diventa implacabil­e o come goleador o come assistman.

Qualche settimana fa avevamo criticato Simone Inzaghi, provocando il suo risentimen­to, perché aveva sostituito Immobile contro il Parma sul 2-0, perché successiva­mente lo aveva escluso dai titolari contro l’Inter e perché, infine, lo aveva esentato anche dalla partita di Bologna, con la Lazio in dieci, a favore di Correa, che nel finale sbagliò il rigore della vittoria. Una critica tecnica e, soprattutt­o, lecita, visto che anche i numeri ci sostengono: un Immobile così non dovrebbe mai uscire e non dovrebbe mai restare fuori perché ha un talento unico nel capire quando arriva la palla gol. A Firenze, per esempio, non ha giocato benissimo ma ha deciso la partita con un assist e con un colpo di testa nel finale. Celebrato Ciro, bisogna dire che la Lazio è salita sui livelli di un paio di anni fa raggiungen­do il Napoli e riproponen­dosi nella lotta per un posto in Champions. E’ la prima volta, in questo campionato, che Inzaghi vince due partite di fila. Domenica sera, contro Pioli, un’altra notte della verità, forse la più importante degli ultimi mesi.

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