Immobile regala continuità «Dedicata ai nostri tifosi»
«Prima ho faticato, poi il ginocchio ha risposto bene Io alla Lazio da tanto: stiamo facendo cose importanti»
Gol, ancora più gol, sempre più Immobile. Il Gallo l’ha fatto lui, mimando la cresta di Belotti. Mancini era all’Olimpico, ha visto tutto, ha visto questo Ciro mostruoso, senza limiti, che si vuole prendere ogni cosa: il trono dei cannonieri, la Champions, l’Italia. Mancini ha visto la diversità tra Immobile e Belotti. Uno è troppo avanti, uno è troppo indietro. Ciro è straripante, è in estasi, frantuma i record. Gol e ancora gol, è una progressione micidiale, ha un impulso irresistibile, le aree di rigore sono terra di Ciro. Segna con una frequenza pazzesca, con una ritmica eccezionale. Ha fatto dodici (reti) in campionato, 99 (totali) con la Lazio, di questi 79 in serie A (ha staccato Chinaglia, punta Rocchi, terzo nella classifica all time con 82 colpi). Ha firmato la doppietta numero quattro, ha segnato per la quinta partita di fila (ha pareggiato il record del primo anno laziale). Ciro Immobile si prende tutto, anche il posto di chi un giorno è stato re, anche i record che non si riescono a dimenticare.
GIOIE E DOLORI. Ciro Immobile è irresistibile, inarrestabile. Ha giocato con un ginocchio dolorante e anche con il dito di un piede lussato (si è fatto male in partita), è rimasto in campo come se nulla fosse, non sente neppure dolore, va avanti, attacca. Ciro Immobile è unico: ha superato la soglia delle 11 reti nelle prime 10 giornate di campionato, nessun altro ci era riuscito nelle ultime 10 stagioni. L’anno scorso, quota dodici gol, l’aveva raggiunta a marzo, alla 24ª presenza. Quota dodici, quest’anno, l’ha raggiunta ieri sera. Sono giorni eccezionali, per Ciro. La continuità dei suoi gol dev’essere la continuità della Lazio, deve avere lo stesso ritmo di vittorie: «Bisognava dare un segnale - ha detto Ciro - abbiamo chiesto continuità in questi mesi ed è la prima volta che facciamo due vittorie consecutive. Abbiamo festeggiato un grande successo con i nostri tifosi». Ciro scappa a tutti, ai miti del passato, agli avversari. Ciro sguscia via, è imprendibile, provano ad acchiapparlo, non ci riescono: «Ci ho messo un po’ per entrare in partita per il problema al ginocchio, i minuti trascorrevano ed è andata meglio. Mi trovo bene con i miei compagni, sono qui da tre anni e mezzo, stiamo facendo qualcosa di importante». La voce di Ciro è perentoria, anche i pensieri corrono veloci, si sommano ai suoi gol: «Inzaghi e il suo staff ci fanno lavorare bene, i tifosi ci stanno aiutando, dopo un inizio difficile stiamo ingranando. L’affinità con i compagni cresce, ci divertiamo». Ciro, da bomberissimo, s’è complimento con Acerbi per il suo eurogol: «Gli ho fatto i complimenti, ha fatto un gol bellissimo, non me l’aspettavo da lui». Ciro è sulla luna, sulla terra è rimasto l’amico Belotti, schiantato nella sfida azzurra, sotto gli occhi di Mancini. Il bomber ha avuto parole per il Toro (da ex) e per il compagno di nazionale: «Mi dispiace vedere il Torino e il Gallo così in difficoltà. Lo saluterò negli spogliatoi». Proverà a farsi perdonare.
«Inzaghi decisivo Il gruppo cresce e ora cominciamo anche a divertirci»