Wawrinka rialza la testa con Cilic e conquista un match con Nadal
Lo svizzero si riscopre competitivo a 34 anni «Occhio, dietro Federer, Nadal e Djokovic ci sono io»
Ecosì Parigi-Bercy ha vissuto il suo mercoledì da leoni. Negli ultimi due anni l’albo d’oro dell’ultimo Masters 1000 di stagione si è “sporcato” con due nomi di valore ma non illustrissimi, quelli di Jack Sock e Karen Khachanov, anche per colpa dell’effetto fine-stagione che spesso affligge un torneo piazzato in calendario quando le stelle più brillanti non hanno più interesse, o energie a sufficienza, da riversare su un torneo prestigioso ma piazzato in calendario a ridosso delle Atp Finals e al termine di un anno faticosissimo.
Stavolta, con l’eccezione del 38enne Federer, impegnato nel suo economy-run di lusso, e l’infortunato cronico Nishikori, al Palais Omnisport sono invece di scena praticamente tutte le star del circuito: 14 dei primi 16 del ranking Atp. Già solo il programma di ieri è stato uno spettacolo di altissimo livello. Ad aprire la giornata è stato Dominic Thiem, profeta in patria la settimana scorsa a Vienna e costretto subito a una maratona di 2h38’ per liberarsi in tre set di Milos Raonic, uscendo vincitore nonostante i 30 ace e i 54 vincenti piazzati dal canadese.
Al prossimo turno l’austriaco incontrerà Grigor Dimitrov, autore di uno dei graditissimi regali di giornata a Matteo Berrettini con la sua vittoria su David Goffin: era il remake della finale 2017 delle Atp Finals, vinta dal bulgaro, quest’anno però nessuno dei due è riuscito a staccare il biglietto per la O2 Arena. Bene anche il più scintillante dei Next Gen, il profeta greco Stefanos Tsitsipas che ha battuto Taylor Fritz, e il britannico Edmund, che ha interrotto una lunga striscia negativa battendo ‘El Peque’ Schwartzman (altro cadeau per Berrettini).
WAWRINKA DA CORSA. Uno che teoricamente ha una chance di viaggiare a Londra è invece Stan Wawrinka, che dopo una fine 2017 e un 2018 tribolati (per i postumi del doppio intervento al ginocchio) a 34 anni sta dimostrando di essere ancora da corsa e lo ha ribadito ieri con Cilic. Nel 2019 Stan ha giocato due finali, perdendole in febbraio a Rotterdam con il suo amicone Monfils e due settimane fa ad Anversa - scialando lo scialabile - contro l’altro revenant Murray. E’ di nuovo nei top15 e a Vienna ha mancato il terzo derby dell’anno contro Federer per un leggero infortunio, prendendosela poi con la stampa svizzera.
«Ho l’impressione che siate convinti che non ho avuto un buon anno, anche se dopo l’infortunio agli Us Open sono tornato a giocare una finale e nei primi 15 del mondo. Chi ha vinto uno Slam negli ultimi anni? Io sono l’unico a parte Federer, Nadal e Djokovic che ne ha vinti tre. Non dimenticatelo». Proprio Nadal (7-5, 6-4 a Mannarino) sarà il suo prossimo avversario. Djokovic è stato impegnato dal ventenne Corentin Moutet, il francese che promette nel tennis ma ama la musica, la pittura e la letteratura, e ieri ha avuto due set-point. L’altro Next Gen De Minaur ha tolto definitivamente dalla scia di Berrettini l’inseguitore più prossimo, Roberto Bautista Agut, e come Monfils, vincitore del derby francese con Paire, mantiene viva una speranza di scippargli il posto alle Finals.
Maratona di Thiem: 2h38’ per piegare un potente Raonic Troverà Dimitrov