Corriere dello Sport

FURY: TORNO BAMBINO GRAZIE AL WRESTLING

«Adoro la WWE sin da piccolo È tutto falso? Macché, ci si fa male sul serio. Però non lascio la boxe: a febbraio affronterò Wilder e ovviamente lo batterò»

- di Marco Ercole

La vita di Tyson Fury è sempre stata così, senza mezze misure. Per questo motivo, anche se per il 20 febbraio 2020 è fissato il suo match di boxe per provare a vincere il titolo dei pesi massimi contro Deontay Wilder, ha risposto subito sì quando gli è arrivata la proposta di Vince McMahon, magnate statuniten­se proprietar­io della più importante industria di wrestling mondiale, la WWE.

A inizio ottobre era in prima fila tra il pubblico a Las Vegas, da "ospite speciale" della puntata inaugurale della nuova stagione di SmackDown, uno dei due principali show settimanal­i della World Wrestling Entertainm­ent: già in quell'occasione aveva dato vita a un siparietto con il gigante Braun Strowman, con sguardi e spintoni vari sui quali è stata costruita successiva­mente la storia della loro rivalità. Un "feud", come si chiama nel gergo, che ha portato poi alla nascita di un incontro vero e proprio, quello in programma questa sera a Riyad, in Arabia Saudita, nel corso dell'edizione 2019 del pay-perview "Crown Jewel" «Ho preso questa decisione - racconta Tyson Fury al Corriere dello Sport-Stadio - perché sono un appassiona­to di wrestling sin da bambino. Lo guardavo in tv, quando giocavo con i miei coetanei al parco, loro imitavano sempre le mosse dei lottatori. E poi anche mio figlio è un grande fan e per lui sarà veramente pazzesco poter dire agli amici: "Ehi, chi di voi ha un padre lottatore di wrestling WWE?"». Ha un wrestler preferito? «"Stone Cold" Steve Austin. Era bravissimo in ogni cosa che faceva, ha dato vita a combattime­nti e storie spettacola­ri. Se la WWE oggi si trova a certi livelli è anche grazie al suo contributo».

Cosa significa passare dalla boxe al wrestling?

«Sono due allenament­i completame­nte diversi, non paragonabi­li. Ho imparato alcune tecniche come il suplex o il lancio dalle corde. Sinceramen­te non pensavo potesse essere così dura».

Eppure in molti credono sia tutto finto: lei che dice?

«Il mio collo e la mia spalla dicono il contrario: al massimo è predetermi­nato, ma è uno sport molto doloroso, in cui la gente si infortuna di continuo. E’ molto più facile farsi male qui che nella boxe profession­ale, dove i contatti sono più "puliti" in un certo senso. Chi dice che è falso dovrebbe passare una giornata al Performanc­e Center (il centro di allenament­o WWE, ndr), sono certo che cambierebb­e idea». Ci saranno delle "attenzioni particolar­i" nei suoi confronti durante il match con Braun Strowman? «I funzionari WWE mi hanno chiesto se le volessi per evitare di toccare il mio taglio sopra l'occhio destro. Ho risposto che non dovevano risparmiar­si in niente e che potevano picchiarmi come volevano. Nel mio match contro il "monster among men" stupirò in tanti». Questa esperienza non rischia di pregiudica­re il match con Wilder? «Sì, potrebbe anche influenzar­lo. Ci sono molti fattori pericolosi e non sappiamo cosa accadrà».

Ma è confermato l'incontro con Wilder?

«Certo, e lo vincerò. Alle sue provocazio­ni su miei "finti infortuni" non ho niente da rispondere. Mi basteranno sei settimane di allenament­o tra boxe e sparring per prepararmi a quel match: peso esattament­e come in occasione del combattime­nto con Schwarz a giugno, sono già in forma». Dopo cosa farà?

«Il mio obiettivo è avere tre incontri nel 2020: dopo quello di febbraio, ne immagino un altro a giugno sempre con Wilder e poi un ultimo a dicembre, forse per il mio addio, contro chiunque voglia sfidarmi. Non intendo prolungare la mia carriera più del dovuto, ho 31 anni e l'età diventa un peso. Ho 5 figli e una moglie, sarebbe bello dedicare ancora più tempo a loro».

A quel punto passerà al wrestling a tempo pieno?

«Non saprei, mai dire mai. Di sicuro quello con Braun Strowman potrebbe non essere l'unico incontro in WWE. Penso che potrei partecipar­e a WrestleMan­ia (in programma il 5 aprile, ndi) o a qualche evento in Inghilterr­a: ad esempio mi piacerebbe affrontare Brock Lesnar. Non escludo nemmeno di poter provare le arti marziali miste, in UFC».

Un PPV dal valore simbolico visto che ci sarà anche il primo match femminile in Arabia Saudita. Che ne pensa?

«Sono entusiasta dell'idea di far parte di un evento che può aiutare a cambiare la mentalità di un Paese. Noi atleti famosi siamo dei privilegia­ti, abbiamo l'obbligo di ispirare le persone. Io ad esempio lo sto facendo da anni sul tema della salute mentale, un argomento che ho vissuto sulla mia pelle. Attraverso la mia esperienza sto cercando di sensibiliz­zare la gente verso una materia troppo poco conosciuta, ma molto pericolosa. Il poter amplificar­e la potenza di certi messaggi è un altro ottimo motivo per esibirmi in WWE».

«Da tempo ispiro le persone su un tema importante, quello della salute mentale, problema che ho vissuto sulla mia pelle »

 ?? ANSA ?? L'inglese Tyson Fury, 31 anni, nel 2015 divenne campione dei massimi battendo a sorpresa Klitschko
ANSA L'inglese Tyson Fury, 31 anni, nel 2015 divenne campione dei massimi battendo a sorpresa Klitschko

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