Corriere dello Sport

FCA-PSA, NASCE LA QUARTA POTENZA

Con 8,7 milioni di auto sarà dietro solo a VW, Toyota e Renault

- Di Pasquale Di Santillo

Citare Alessandro Manzoni in questi casi, aiuta. Il matrimonio tra FCA e PSA, annunciato dall’indiscrezi­one di lunedì sera dal Wall Street Journal, s’ha da fare e si farà. Non resterà sulla carta come quello svanito a giugno tra FCA e l’alleanza Renault-Nissan, quando si era già quasi sull’altare. Stavolta, in realtà, siamo già allo scambio degli anelli. Perchè gli sposi hanno confermato reciprocam­ente le loro intenzioni (per comunicati ufficiali) e come anticipa, sempre il WSJ, delle nozze sono stati già avvertiti i governi americano e francese, in attesa della conferma della famiglie, prevista per oggi. Famiglie che si conoscono e apprezzano da sempre e ieri sera sono rimaste infatti riunite nei rispettivi consigli d’amministra­zione, convocati d’urgenza per mettere a punto la comunicazi­one di tutta l’architettu­ra dell’intesa, evidenteme­nte pronta da tempo. In grado di far nascere un colosso produttivo da 50 miliardi di dollari (45 di euro) e 8,7 milioni di macchine vendute, la quarta potenza mondiale dietro a Volkswagen, Toyota e all’Alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi

I tempi, le modalità di tutta l’operazione scoperta dal WSJ e gli innegabili vantaggi di un accordo - vedremo, poi, la forma - avevano fatto intuire come questa fosse davvero la volta buona. FCA, al netto degli investimen­ti confermati un anno fa (5 miliardi), ha fretta di trovare sinergie per rilanciare il suo mercato europeo, ottimizzar­e costi e soprattutt­o arricchire la gamma rendendola tecnologic­amente adeguata ai tempi e alle esigenze di abbassare i tetti delle emissioni come imposto dalle norme UE che scatterann­o a inizio 2020, con quell’elettrific­azione avviata (vedi Jeep a Melfi) ma che ha bisogno di un accelerazi­one importante. Che non a caso può generare con PSA grazie alle piattaform­e (CMP e EMP2) modulari elettriche, ibride - anche plug in - di cui dispone. Avendo in cambio, da parte sua, oltre l’“annessione” di 500, Alfa Romeo, Maserati e Jeep, quello sfogo (26.000 concession­arie) in America che insegue dal 1991, quando la lasciò, con ritorno pianificat­o nel 2026. Per non parlare dei comuni interessi a trovare nuovo impulso sul mercato cinese, da mesi in calo.

Sempre secondo il quotidiano economico di New York si andrebbe verso una fusione non proprio paritaria, se fosse vera l’indiscrezi­one secondo la quale il nascituro CdA sarebbe formato da 6 elementi di PSA e 5 di FCA, con Carlos Tavares, attuale n.1 del gruppo francese che diventereb­be l’ad o il Ceo della nuova struttura, con John Elkann, suo omologo in FCA, come presidente. Non è chiaro, al momento ikl ruolo dello Stato francese che detiene il 12% delle quote di PSA e che tanto era stato decisivo nel fallimento della trattativa tra FCA e Renault-Nissan. Ma evidenteme­nte, un po’ il peso differente (in Renault il governo francese ha il 15% delle quote), un po’ la recente esperienza dovrebbe aver ridotto a più miti consigli Macron & C. Nel frattempo le Borse hanno apprezzato: FCA ha chiuso a +9,5%, PSA a +4,5%.

Del resto, il feelin tra FCA e PSA era cominciata nel 2016, quando lo stesso Tavares si era dichiarato pronto a fare da n.2 al buon Marchionne. Non se ne fece nulla, ma quest’anno al Salone di Ginevra, Manley n.1 FCA e Tavares avevano flirtato a distanza prima che tutto venisse travolto dalla “sbandata” con Renault-Nissan, poi esauritasi come sappiamo. Di certo, Tavares si è già dimostrato davvero abile se non geniale a gestire l’acquisizio­ne di Opel (da GM) nel 2017 per oltre 2 milioni di euro, riportando­la all’attivo a fine 2018 dopo 20 anni di rosso. Un bel biglietto da visita per allentare le tensioni sindacali di entrambe i gruppi.

John Elkann presidente, Tavares Ceo: ma in Cda 6 elementi PSA, 5 FCA

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LAPRESSE John Elkann, 43 anni, è presidente di Exor, FCA e Ferrari

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