Webber: «Vettel, sei tu ora ad aver da perdere»
«Così Sebastian deve difendere il suo territorio da Leclerc, talento giovane e ambizioso»
Per anni siamo stati abituati a vederlo con tuta e casco, adesso invece indossa l’abito da businessman, anche se gli mancano la cravatta e la valigetta 24 ore. Particolari che sembrano superflui, dal momento che questa seconda vita Mark Webber ha saputo cucirsela su misura. È lui infatti uno degli ospiti più attesi del World Business Forum di Milano organizzato da WOBI, che vede l’ex pilota di Formula 1 intervenire davanti a una platea di quasi mille persone tra manager, imprenditori e innovatori, facendo parlare di sé non solo per i risultati conseguiti in pista, ma anche per quanto ha saputo fare una volta appeso il casco al chiodo. Marchi celebri come Rolex hanno infatti deciso di puntare sull’australiano e lo stesso discorso vale per la Porsche. Insomma, Mark sembra quindi essere un misto di veloe idee, che rappresenta a tutti gli effetti una garanzia. «Ammetto che è un po’ strano essere qua in questa veste: solitamente quando passo a Milano è per raggiungere Monza. È sempre incredibile il calore del pubblico per il GP d’Italia, anche se il tracciato non mi piace più di tanto: troppi rettilinei e la monoposto conta più del pilota».
In Formula 1 ti vediamo intervistare i piloti sul podio, qui al World Business Forum parli di Business. «Durante le gare cerco di sfruttare quella che è stata la mia esperienza in Formula 1 per far parlare i piloti. Mentre qua a Milano metto a disposizione tutte quelle conoscenze che ho acquisito. Ho diversi progetti che porto avanti e mi tengono costantemente impegnato». Abbiamo citato la F1. Cosa pensi di questo ennesimo Mondiale che è praticamente nelle mani di Hamilton?
«C’è ben poco da dire di fronte alle prestazioni di Lewis. È un pilota che fa della costanza il proprio cavallo di battaglia e in ogni situazione tira fuori il massimo. Quando va male o è sul podio oppure ci arriva vicino. Credo che la costanza sia la chiave dei suoi trionfi». La Ferrari invece si è svegliata tardi in questo 2019.
«In questa seconda parte di stagione c’è stata una crescita importante della monoposto. Il problema però è uno: la Ferrari al momento è la macchina del sabato e ciò non basta per vincere il Mondiale. Se la Ferrari vuole puntare al titolo deve diventare la macchina della domenica, cosa che attualmente è la Mercedes. Non basta essere forti in qualifica, bisogna essere soprattutto consistenti nella giornata di gara, un aspetto ben evidente sulle vetture di Bottas e Hamilton». Vettel-Leclerc, come definisci questa coppia?
«Magari da fuori non sembra, ma credo che il livello sia altissimo all’interno del box e proprio per questo motivo è naturale che ci siano tensioni tra compagni. Charles, sul giro secco in qualifica, ha qualcosa in più rispetto a Seb, ma in ottica gara Vettel riesce ancora a far valere la propria esperienza». Non pensi che Sebastian si trovi nella tua stessa situazione ai tempi della Red Bull?
«Direi proprio di sì. Leclerc ha tutto da guadagnare, Vettel tutto da perdere. Credo che sia una cosa normale, dato che Charles è un ragazzo giovane e ambizioso, che vuole giustamente mettersi in mostra e duellare con i grandi, mencità tre Seb deve difendere il proprio territorio».
Mark, una curiosità: come mai non ha accettato la sfida della Formula E?
«Sono troppo vecchio per la Formula E (sorride, ndr). È un campionato che ha raggiunto un grande livello di competitività e lo conferma il numero di case partecipanti. Ho scelto di non correre più e sono convinto nel portare avanti questa decisione». Da appassionato di due ruote, credi che il 2020 sarà l’ultima stagione per Rossi?
«Nulla è eterno. Valentino è uno dei simboli delle moto come Federer per il tennis. Ogni anno che passa diventa però sempre più complicato essere al massimo, ma a parte ciò la gente deve essere orgogliosa per l’impegno che ci mette. Marquez? Lui è il killer della MotoGP, penso sia evidente».
«Hamilton se gli va male è sul podio: la costanza è la chiave dei suoi trionfi»