Ora la rabbia diventi energia
Dopo le polemiche di Udine e del San Paolo, il designatore Rizzoli ferma Irrati e Giacomelli. E all’Olimpico punta tutto sul fischietto con profilo internazionale
Aristotele lo chiamava un bollore intorno al cuore. Questo fa la rabbia. Sia la Roma sia il Napoli se la portano dentro da qualche giorno per cose di campo, cose di calcio, dunque piccole ma non piccine, fondamentali per chi di calcio vive.
Alle 15 il derby del Sud tra le deluse dal Var: tocca a Rocchi Fonseca: «Spero che a fine partita non si parli dell’arbitro» Giuntoli: «Vogliamo rispetto, mai più gare falsate» Ancelotti fa ricorso contro la squalifica: oggi sarà in aula
Chi di voi vorrebbe essere Gianluca Rocchi? Non sarà facile il compito dell’arbitro designato per Roma-Napoli, la partita tra le duellanti arrabbiate, pronte a incendiarsi davanti al prossimo torto subìto. Il turno infrasettimanale ha lasciato strascichi così evidenti da spingere Rizzoli a puntare sull’arbitro mondiale: Rocchi, dal punto di vista dell’esperienza e del carisma, può essere adatto a gestire i bollenti spiriti. E poi è andata certamente peggio a Irrati e Giacomelli, arbitri rispettivamente di Udinese-Roma e Napoli-Atalanta: restano tutti e due a casa dopo le pessime esibizioni di mercoledì scorso.
LA ROMA. A Trigoria, anzi nella nuova sede sociale dell’Eur, hanno deciso di abbassare i toni, almeno pubblicamente. Dopo la sparata di Petrachi successiva a Roma-Cagliari («Ci hanno scippato una vittoria, forse diamo fastidio») la Roma ha scelto la diplomazia per protestare. A Udine naturalmente nessuno ha compreso l’espulsione di Fazio, che avrebbe potuto cambiare la storia della partita. E la sensazione sgradevole di un atteggiamento poco sereno da parte di alcuni arbitri nei confronti della squadra è riconoscibile nei vertici del club, da Pallotta in giù. Ma per far valere le proprie ragioni si muovono il Ceo Fienga e il nuovo dirigente Zubiria nelle sedi istituzionali, evitando il rumore mediatico. In questa logica si inserisce la frase di Fonseca pronunciata ieri: «Mi auguro che alla fine della partita non si debba parlare dell’arbitro». Distensione, please.
IL NAPOLI. Fonseca ha anche teso una mano al collega che stima,
Carlo Ancelotti: «Spero che sia in panchina per questa partita». Il Napoli lo saprà poche ore prima del fischio d’inizio, dopo il ricorso d’urgenza presentato dal club. Ancelotti (Carlo) sì, Ancelotti (Davide) no: è un affare di famiglia e alle 11 del mattino, quando si sarà già immersi nella vigilia di una partita da Champions League, si capirà la verità. Il derby comincia all’alba, roba da non credere, e Ancelotti, quasi sicuramente con De Laurentiis al fianco, farà la prima mossa, presentandosi in Corte d’Appello (presidente Lorenzo Attolico), per difendere se stesso e la propria serietà («Mi sono sentito attaccato come persona e nella mia professionalità») e provare a cancellare quella giornata di squalifica che, per il momento, lo sistema nella tribuna d’onore dell’Olimpico.
BORDATE. Ma Roma-Napoli si porta appresso, inevitabilmente, quella scia velenosa d’un mercoledì folle, consumato inutilmente dinnanzi ad un Var, e aspettando che accadesse qualcosa. Ma da Udine
«Al Var preferisco gli arbitri che in campo arbitrano Falli di mano? Non capisco le regole»
Solo a poche ore dal match Carletto conoscerà il verdetto Paulo lo aspetta
«Var? A volte viene utilizzato, altre no Non capisco il metro di giudizio, crea precarietà»
al San Paolo, e lo racconta il fermo immagine della memoria, c’è stato un black-out trasversale, che a chiunque ha sottratto qualcosa e che Cristiano Giuntoli, il ds del Napoli, ha racchiuso in una frase sferzante per un sistema già logoro, dopo appena dieci giornate: «Ogni settimana, ormai, assistiamo ad anomalie per mancanza di personalità degli arbitri, che non s’assumono responsabilità. Non so perché Giacomelli, contro l’Atalanta, non sia andato al Var e perché abbia lasciato decidere Banti: ma non vogliamo più vedere gare falsate, non ci interessa se lo siano a nostro favore o contro di noi. Ci vuole chiarezza e noi esigiamo rispetto». Roma-Napoli è cominciata.
I club combattono la stessa battaglia sull’utilizzo della tecnologia