Corriere dello Sport

Fate la carità a un povero cronista

- Di Italo Cucci

Fingendomi giovane, mi avvicino a Bologna-Inter ragionando delle comuni difficoltà. I rossoblù non stanno benissimo, si sa, la botta di Cagliari è stata forse la peggiore perché è arrivata improvvisa, pesantissi­ma, proprio quando credevi di aver contrastat­o a dovere la neo-potenza di Maran. Ma anche l’Inter, con tutto che occupa ogni giorno le prime pagine, come direbbe il tifoso Celentano non è che si senta molto bene. È in sala d’attesa (o in sala parto?) da una decina d’anni, dal triplete di Mourinho (che nel frattempo - se l’avete visto - ha messo i capelli bianchi e un po’ di adeguata saggezza) e Antonio Conte mostra un certo nervosismo, come il papà inquieto che non si chiede se sarà maschio o femmina perché il nome ce l’ha già, Scudetto. Tutta colpa di Lukaku - sento dire - che sarebbe un po’ troppo lento nel decidere di risolvere le situazioni. Ma le risolve, anche se non è un bomber. Sottilizzo, spudorato, perché se c’è qualcuno che di un bomber ha bisogno, certo meno costoso del gigante belga, è proprio il Bologna.

Vedi subito che la squadra porta il segno di Mihajlovic, manovra semplice, una certa sfrontatez­za, anche una pericolosa voglia di giocare; ma al dunque ci arriva con fatica. E l’Inter - a Brescia e in altri match - fa la stessa fatica. Ma poi vince. Lukaku c’è. Va fermato. Me ne ha parlato benissimo Marotta (eravamo insieme a Reggio Calabria , l’altro ieri) così soddisfatt­o che è arrivato a dirmi che Romelu parla anche cinque lingue, ohibò, e l’italiano pure bene. L’ha imparato dal fratello laziale, segno che sapeva da tempo, fin dai giorni della Premier, dunque ancor prima dell’incontro asiatico, che sarebbe finito a giocare con Conte. Però Marotta mi conferma che un rinforzo lo cerca, mi impedisce garbatamen­te di parlargli di Icardi, butto lì Vidal ma non ci casca: il cileno è un collezioni­sta di peccati non sempre veniali. Ma piace a Conte perché ormai sono sulla stessa lunghezza d’onda, esasperati, in guerra con la Juve anche col solo pensiero. Carichissi­mi. Sento dire: Vidal è fisicament­e consumato, forse non basta avere il fuoco dentro.

E il Bologna che vuole Ibrahimovi­c? Ecco, adesso mi tolgo la maschera di Halloween: fate la carità a un povero cronista che da anni non si diverte con il “suo” Bologna, che non pretende scudetti (l’han detto anche Conte e Marotta, i miei bugiardiss­imi amici) ma solo un 2020 sorridente con le fantasmago­riche acrobazie di Ibra. Con la sua intelligen­za. Che insieme al coraggio di Sinisa potrebbe far miracoli. Saputo, pensaci tu. Oggi, però, fate finta che sia con voi. E che l’Inter sia la nemica di un tempo.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy