Corriere dello Sport

Una partita che vale la svolta

- di Roberto Perrone

Un derby antico, la sfida numero 199 tra Torino e Juventus. Un derby per svoltare, proprio come una volta. Il Torino con le sofferenze che da sempre lo attraversa­no e che ritrova quando pensa di averle lasciate alle spalle, la Juventus che un tempo si accontenta­va dell’essenziali­tà, del risultato finale, ma ora vuole di più.

Un derby antico, la sfida numero 199 tra Torino e Juventus. Un derby per svoltare, proprio come una volta. Il Torino con le sofferenze che da sempre lo attraversa­no e che ritrova quando pensa di averle lasciate alle spalle, la Juventus che un tempo si accontenta­va dell’essenziali­tà, del risultato finale, ma ora vuole di più, lo show, non solo i punti. Può sembrare surreale parlare di svolta per una squadra prima in classifica con otto vittorie e due pareggi. Madama, almeno dal punto di vista dei risultati e dei numeri, sta marciando, ma l’andamento è sincopato, non c’è la fluidità sperata, non c’è il rinnovamen­to atteso con l’arrivo di Maurizio Sarri. Il Torino, da questo lato, è ampiamente deficitari­o, con un punto in più dell’Udinese che, dopo lo stesso 0-4 subito in settimana, ha esonerato l’allenatore. Nell’anno sociale 20192020, per entrambe le squadre, doveva avvenire un salto di qualità, doveva verificars­i qualcosa di nuovo che non si è visto o si è visto a sprazzi, come un faro isolato nella nebbia.

Il Torino aveva finito molto bene l’ultimo campionato e le prime uscite di questo avevano confermato la tendenza. Poi il crollo. Gli ultimi giorni sono stati all’insegna d’un andazzo vecchio e forse inutile: il ritiro (più o meno) punitivo, il “patto” (porta una iella ragazzi) tra giocatori e tifosi che “chiedono un colloquio”, il silenzio stampa.

La Juventus è prima in classifica, ma ha i lavori in casa e, dopo la prova di forza con l’Inter, ha proseguito per inerzia, non per brillantez­za. Nelle ultime quattro uscite (Champions con la Lokomotiv Mosca compresa) abbiamo assistito al deciso manifestar­si di una Juventus vecchio stile, la Juventus delle spallate, della forza mentale e della forza singolare per superare situazioni difficili. A parte il pari con il Lecce, le tre vittorie risicate (2-1) non sono state semplici. Con il Bologna una super parata di Buffon ha escluso il pari all’ultimo secondo, con la Lokomotiv c’è voluta la classe di Dybala per rimontare, mentre il Genoa, in dieci, è stato battuto con un rigore a tempo quasi scaduto. La svolta è più facile se sei primo in classifica, questo è perfino banale, ma l’avviciname­nto al derby di Toro e Juve è ancora lo stesso. Un Toro ferito butterà tutto nella sfida, con l’idea che alla vista del colore bianconero si ridesti la passione perduta. Una Juve lontana dal progetto iniziale cercherà di riavvicina­rsi all’idea che aveva di sé.

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