Corriere dello Sport

Sarri: Un successo sporco ma sono contento così

«È stata una partita difficile essere belli diventava complicato Usate anche armi non nostre»

- Di Filippo Bonsignore

De Ligt perfetto e la Juve torna in testa. La capolista lo fa con il protagonis­ta più atteso e più chiacchier­ato del momento. L’olandesino è diventato volante e con una zampata da tre punti ha deciso il suo primo derby torinese e riportato i bianconeri lassù, in vetta. Per il primo hurrà in Italia ha scelto una notte davvero speciale e per niente facile. Era iniziata infatti con nuovi fantasmi per lui, con una protesta del Toro per un tocco di mano in area che aveva fatto gridare al rigore. Matthijs, per un attimo, ha rivissuto l’incubo di San Siro, del finale di partita con il Bologna e di Lecce. Stavolta, come contro gli emiliani, nessun provvedime­nto. Era l’alba della partita e questa situazione avrebbe potuto condiziona­rlo. E invece De Ligt ha reagito da alla grande. Prima ha costretto Sirigu a uno dei tanti miracoli della serata. Poi ha fatto centro, raccoglien­do l’assist di Higuain: mezza girata e palla imparabile sotto la traversa. L’ex Lanciere diventa così il quinto più giovane bianconero a segnare nella stracittad­ina della Mole dopo Borel, Nicolè, Menti e Gabetto; il più giovane da Nicolè nel marzo 1959. «Sono molto felice, per prima cosa per la vittoria - sorride Matthijs - era una partita importante e difficile dopo la vittoria dell’Inter. Dovevamo vincere e l’abbiamo fatto e un successo con un mio gol è davvero speciale». De Ligt sgombra poi i dubbi sull’episodio contestato: «Avevo il braccio attaccato al corpo e la regola dice che non è fallo; se il braccio è stretto non è mai rigore». Nel complesso, questo può essere davvero un nuovo inizio: «Quando si arriva in un nuovo club, ogni giocatore necessita sempre di un periodo di adattament­o - sottolinea De Ligt Io miglioro di partita in partita, i compagni mi aiutano sempre: con Ronaldo e Higuain mi trovo molto bene, parlo sempre con loro. Il Pipita poi mi ha fatto un grande assist…». E lui l’ha trasformat­o in oro: l’ultimo olandese a segnare un in bianconero in A era stato

Davids, nel novembre 2002 proprio nel derby della Mole.

VENTI. La Juve conquista così il successo numero 20 negli ultimi 27 derby Maurizio Sarri si gode il primato ritrovato: «Non bisogna fare calcoli, solo punti. La Juve mi è piaciuta perché era una partita difficilis­sima da giocare per fasi. Era chiaro che il Toro sarebbe sceso in campo con un livello di determinaz­ione altissima e, per prima cosa, avremmo dovuto controllar­e la loro aggressivi­tà. I ragazzi hanno fatto una bella gara, tosta, solida, sporca; un buon lavoro, insomma». Più praticità e meno estetica, quindi. «Era difficile essere belli, il modo di giocare degli avversari portava la gara su binari diversi. E invece la squadra ha reagito anche con armi non propriamen­te nostre e questo è un bel segnale». Sarri chiude con una carezza a De Ligt: «A inizio partita non era andato benissimo poi è entrato in gara e ha fatto buon secondo tempo. Per lui il rodaggio è obbligator­io, è chiaro che debba fare apprendist­ato».

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ANSA Maurizio Sarri, 60 anni, a colloquio con Cristiano Ronaldo, 34

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