Dramma Bullock: uccisa la sorella
«Non mi sono mai sentito così distrutto in tutta la mia vita». Reginald Ryedell “Reggie” Bullock, play di New York, sta recuperando da un intervento chirurgico e dopo Clippers, Phoenix, Detroit e Lakers, con i Knicks vuole riprendere a fare canestro. Ma nulla sarà come prima. «Ho fallito come fratello... Due volte». Così ha scritto in uno struggente lungo messaggio postato su Instagram, sotto la foto della sorella Keiosha Moore, 26 anni, che nella notte tra lunedì e martedì, è rimasta uccisa dalla violenza di una città invivibile: Baltimora, dove quest’anno, in dieci mesi, sono stati commessi 283 omicidi. Ferita da alcuni colpi di pistola, portata all’ospedale agonizzante da un passante, Keiosha non ce l’ha fatta, il giorno successivo alla morte della matrigna di Bullock, che lo aveva cresciuto dopo che la madre naturale se n’era andata.
A Baltimora è nato 28 anni fa Reggie Bullock, ma la sua casa presto è diventata il North Carolina: high school, università, poi il professionismo tra Arizona, Michigan, California e infine New York. Ma anche da lontano Baltimora lo ha tragicamente colpito negli affetti più cari. La prima volta nel 2014, quando Mia Henderson (26 anni) l’altra sorella, transgender, fu trovata morta, uccisa a coltellate: prosciolto il presunto colpevole, nonostante fosse stato trovato il suo DNA sotto le unghie della vittima. E da quel momento Bullock è diventato la voce della comunità LGBT nella NBA.
DOPPIA TRIPLA. Venerdì sera, Dallas ha assistito allo show delle stelle. Successo Lakers, al supplementare (119-110), con LeBron James (39 punti, 12 rimbalzi e 16 assist) e Luka Doncic (31, 13, 15, ma anche tre punti in testa per uno scontro con Howard) autori di una tripla doppia, il più anziano (34 anni) e il più giovane (20) nella storia a chiudere una partita con 30-10-15. «Non mi metto nell’uno-contro-uno, ma Doncic è un grande giovane talento ha detto James - amo il suo gioco e la sua abilità di crearsi i tiri e di farlo anche per i compagni».