«NESSUNO COME BERRETTINI»
La crescita dell’azzurro nelle parole di chi lo segue Rianna: «Un anno fa ha radunato tutto lo staff chiedendoci nuovi sforzi. E’ straordinario, ci porta in un territorio sconosciuto»
Umberto Rianna è il ‘consigliori’ di Matteo Berrettini, l’uomo in più nel team del numero 8 del mondo. Il gemello diverso di coach Santopadre che da cinque anni ormai accompagna, per conto della Fit, la crescita di Matteo. Che l’ha visto trasformarsi da alunno in Maestro.
«Cinque anni fa, da una intuizione di Sergio Palmieri - racconta Rianna, un passato da coach di Starace, Nargiso, Malisse, Pescosolido - è nato il progetto over 18. La Federazione ha capito che i nostri ragazzi migliori andavano seguiti anche dopo il passaggio al professionismo e io sono stato chiamato a fare da responsabile. All’inizio l’obiettivo era ricostruire il rapporto con i team privati, che quando ho iniziato era, diciamo così, un po’ sfaldato».
PERCORSO. Riallacciare i fili, costruire un’alleanza al posto di una diffidenza. Offrire non solo soldi ma servizi.«Dopo un primo periodo di studio hanno risposto in tanti, ovviamente non team molto strutturati come quello di Piatti. Per Vincenzo Santopadre e Gipo Arbino (coach di Sonego, ndr) che invece si trovavano fra le mani talenti di 18 anni, non ancora sufficienti a dare loro da vivere e non potevano seguirli in tutti i tornei, il progetto è arrivato al momento giusto». Insieme con Rianna, Berrettini, ma anche Lorenzo Sonego, hanno iniziato a girare per i tornei minori, «Futures in Tunisia o in Turchia, ad esempio ad Anatalya, dove Matteo ha raccolto i primi punti Atp».
SCELTA. Due anni fa la decisione di Graziano Risi, consigliere federale con delega al settore tecnico, di concentrare gli sforzi sui due più promettenti, Berrettini e Sonego. «Matteo già era stato bravo a circondarsi di persone competenti e con valori importanti, come Vincenzo e gli altri del suo staff, ma il momento della svolta per me è arrivato l’anno scorso di questi tempi». Matteo, che aveva già vinto a Gstaad il suo primo torneo Atp, si apprestava a finire la stagione appena fuori dai top-50. «Con una decisione che ci sorprese tutti ci convoca un giorno, ringraziandoci per l’aiuto che gli avevamo dato e ci chiede un nuovo sforzo». Una serie di incarichi personalizzati: «A me disse che gli avrebbe fatto piacere che lo seguissi con più intensità, anche prima dei tornei, visto che con Vincenzo eravamo in perfetta sintonia, per arrivare meglio preparato agli appuntamenti. Lì ho capito che Matteo aveva davvero una marcia in più».
CRESCITA. Che potesse fare grandi cose Rianna ha iniziato a sospettarlo «dopo certe sconfitte, ad esempio quella di Bastad l’anno scorso: vince al primo turno con Leo Mayer, n. 36 Atp, poi perde 6-2 6-2 da Laaksonen, che era 148. Dopo il match Matteo aveva il morale sotto i tacchi, ma ha imparato la lezione. E la settimana dopo ha vinto a Gstaad». Battendo Rublev, Feliciano Lopez e in finale Bautista Agut, allora n.17 Atp.
«Quest’anno un ulteriore salto di qualità è arrivato dopo Roma, con la vittoria contro Zverev davanti al pubblico di casa, prima dei tornei sull’erba ho capito che era scattato qualcosa. Anche la batosta contro Federer è stata utile, Matteo l’ha assorbita benissimo, con ironia, anche se è molto orgoglioso. Ma non prendiamoci in giro: nessuno si sarebbe aspettato che entrasse fra primi 10 del mondo. Ed è diffcile capire dove può arrivare».
DIMENSIONE. Di tennisti così l’Italia non ne ha conosciuti tanti. «Con lui stiamo entrando in un territorio sconosciuto. Le Atp Finals? Saranno un’altra esperienza fondamentale. Bisognerà contare sull’entusiasmo, perché è arrivato al fondo delle energie. E’ vero che Zverev, Medvedev e Tsitsipas sono giovani come lui, ma hanno vinto già molto di più. La superficie della O2 Arena credo possa dargli una mano, ma non sappiamo come potrà reagire alle presentazioni con le luci laser, al fatto di ritrovarsi a giocare con avversari che fino a poco fa considerava degli idoli. Non illudiamoci ora che possa vincere sempre». Ogni Finals, in fondo, è un nuovo inizio.