C’è Bottas in pole ma Vettel ci prova
Vettel all’attacco per il bis Ferrari ad Austin, Hamilton cerca la perfezione con vittoria e titolo
GP degli Stati Uniti (Sky e Tv8, 20.10) Seb parte con il secondo tempo Hamilton (5°) punta “solo” al titolo
C’ è un intruso in pole position, e chissà cosa gli passi per la testa. Vallteri Bottas, faccia da poker, spezza la serie di sei pole position della Ferrari e prova a mettersi di traverso tra Vettel - con lui in prima fila - e il bis della Rossa nel GP degli Stati Uniti, dopo la vittoria di Raikkonen un anno fa. Ma cerca anche di ostacolare il sogno di Hamilton: prendersi il titolo vincendo la gara.
Già in questo momento, così come sono disposti sulla griglia di partenza, Lewis (quinto) è virtualmente campione del mondo, per la sesta volta. Sappiamo che sia solo una questione di tempo e che il rigore sul dischetto di Austin sia a porta vuota, ma non si sa mai. Un ottavo posto gli sarebbe sufficiente, ammesso (e non ancora concesso) che vinca Bottas. Se poi il finlandese non arrivasse primo, Hamilton sarebbe comunque campione. Ma Hamilton s’era avvicinato alla pole position col passo della faina, e averla fallita gli ha mandato di traverso la vigilia americana.
CACCIA ALLA PERFEZIONE. Lui, nel suo divorante egoismo, vuole la vittoria, una giornata perfetta come quella vissuta proprio ad Austin quattro anni fa, quando successo e terzo titolo mondiale arrivarono a braccetto. I campioni sono fatti così. Ricordiamo la faccia buia di Michael Schumacher a Spa nel 2004: quel giorno - era il 29 agosto - Schumi si prese il settimo titolo, ma sembrava gli avessero svaligiato casa. La sua personalissima, per noi inammissibile amarezza era il secondo posto in gara, alle spalle di Kimi Raikkonen allora su McLaren.
Ecco, Hamilton non vuole che qualcosa del genere accada oggi: il sesto titolo vuol prenderselo con uno spettacolare colpo da ko, non per calcolo aritmetico. Partire dalla quinta posizione, però, complica il suo piano.
Ben altro spirito pervade Charles Leclerc, che ha sentito il motore rattare nel primo giro delle ultime prove libere. Gli ingegneri gli hanno chiesto di spegnere, subito. E’ stata conseguenza di una perdita d’olio, di cui la Ferrari non ha riferito l’origine. I meccanici in gran velocità gli hanno sostituito la power unit (dalla 3 che aveva esordito a Monza, è tornato alla 2) in tempo per le qualificazioni, e Charles si è messo a fare piccole magie: adattarsi alla pista in pochi giri, senza averne chiuso uno al mattino; guidare con un motore meno potente rispetto a quello di Vettel... Una quarta posizione da applausi.
RISCHIO VERSTAPPEN. I primi cinque dovrebbero fare gara per loro conto, partendo con le gomme gialle mentre tutti gli altri in Q2 hanno dovuto armarsi di soft rosse, cui saranno condannati oggi nella prima fase di gara, dovendo poi sostituirle prima degli altri. Nella seconda fase di qualifica s’è anche registrato un grande rischio innescato da Verstappen, che in un ultimo (e inutile) tentativo lanciato, stava per entrare in collisione con Hamilton in fase di rallentamento, e Kvyat.
Il gran premio si annuncia non meno teso rispetto al suo prologo, con dossi esagerati che costringono le macchine a veri sobbalzi: una cosa che venerdì ha ridotto Hamilton «a un rottame», a suo dire («Dopo la prima sessione di libere mi sono dovuto stendere per placare il mal di testa»), ma che invece diverte alcuni scavezzacolli con poco da perdere come Albon, Ricciardo, Hülkenberg, Grosjean.
Infine, sul fronte mercato dei tecnici, la Renault ha comunicato di aver ingaggiato in rapida successione due ex Ferrari: l’aerodinamico Dirk De Beer, già braccio destro di James Allison, e l’ingegnere di vertice Pat Fry. Un progetto di rafforzamento finalizzato ad avvicinare i tre top-team, ma c’è ancora da consumare molte paia di scarpe.
Charles 4º dopo il motore ko al mattino Ora deve usarne uno meno potente