“Totò” Oliva è diventato grande ora vuole una maglia da titolare
Sembrava essere una meteora, invece ha rinverdito la fortunata tradizione tra l’Uruguay e il Cagliari
La sorella, da bambino, lo chiamava Totò e quel soprannome gli è rimasto anche ora che ormai è cresciuto e vuole diventare un punto fermo del Cagliari formato europeo. Dovrà ancora dimostrare tutto, ma come inizio non c'è male per Christian Oliva che alla sua seconda gara da titolare (la quinta presenza complessiva) si è tolto la soddisfazione non solo di conquistare i tre punti in palio a Bergamo, ma anche di realizzare il gol che ha spento ogni velleità di rimonta dell'Atalanta.
TALISMANO. Con lui in campo da titolare, il Cagliari non solo ha vinto sia a Napoli che a Bergamo, ma in entrambe le occasioni ha mantenuto inviolata la porta di Robin Olsen. Coincidenze? Può essere, ma intanto, dopo sei mesi di adattamento al nuovo modo di intendere il calcio, il centrocampista uruguaiano si è subito calato nella nuova realtà, lanciando la sua candidatura a un ruolo da protagonista in cabina di regia. Sotto l'ala protettrice di Luca Cigarini in versione chioccia e seguendo l'esempio del giocatore a cui si ispira, il connazionale Gargano, Oliva sta pian piano salendo in cattedra per scrollarsi di dosso i mesi di anonimato. Arrivato a gennaio, sembrava destinato a una breve e triste parentesi nell'isola, sulle orme di alcuni connazionali che, dopo gli anni d'oro del sodalizio sardo-uruguiano, sembrava essere ormai andato in rovina. E invece Totò ha saputo aspettare il momento giusto, osservare, crescere e inserirsi con i tempi giusti ascoltando quello che da lui pretendeva Maran. Ci è riuscito lavorando sul campo giorno dopo giorno e i primi risultati sono arrivati già nel ritiro precampionato quando spesso e volentieri è stato preferito a Cigarini nell'undici che sembrava essere quello titolare. A inizio campionato, però, il tecnico rossoblù non se l'era sentita di dargli troppe responsabilità e aveva preferito aspettare ancora un po' prima di gettarlo nella mischia. Tre giornate in panchina prima dell'esordio, per poco più della mezz'ora finale contro il Genoa e poi in rapida successione la gara da titolare al San Paolo e un altro scorcio in Cagliari-Verona. Altre tre gara da spettatore e poi di nuovo in campo per gestire il risultato positivo contro il Bologna fino alla passerella di Bergamo che ora rilancia in pieno le sue quotazioni.
VERSO LA FIORENTINA. E ora, pur con Cigarini che sembra aver smaltito i suoi problemi fisici, Oliva vorrebbe tenersi stretta quella maglia da titolare che tanto si è fatta attendere. Prestazione e gol in casa dell'Atalanta rilanciano le sue quotazioni in maniera prepotente ma per Maran si ricomincia sempre da zero e sarà necessario capire che tipo di gara vorrà fare il suo Cagliari. Il numero 17 rossoblù vuole fare la sua parte e si impegnerà per tutta la settimana nel tentativo di esaltarsi anche al cospetto dei viola perché fino a ora ha dato il meglio di sè in trasferta e gli manca una gara da protagonista alla Sardegna Arena. Ma proprio nella prevedibile bolgia dello stadio cagliaritano, la sua garra verrebbe valorizzata al meglio ed ecco perché Maran potrebbe confermarlo nell'undici titolare, in modo da seguire da vicino il suo percorso di crescita. E così, dopo qualche delusione, si riaprirebbe il filone tra Cagliari e Uruguay che dopo l'addio al calcio di Diego Lopez, nel 2010, sembrava essersi definitivamente spezzato.
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