LAZIO IN EUROPA ERRORI E ORRORI
Cluj, Rennes e Celtic: disattenzioni e amnesie, sempre gol regalati Ma è ormai da un anno che va così
Cluj, Rennes e Celtic (tra andata e ritorno) hanno ringraziato commossi. Opera pia, come altro possiamo chiamarla? La Lazio, in questa Europa, ha fatto beneficenza a piene mani. Gli ultimi errori madornali hanno compromesso la qualificazione ai sedicesimi, si sono aggiunti alla sfilza di regali cui sono state omaggiate tutte le squadre del girone E. «Errori individuali gravi», li ha bollati così Inzaghi, ripetendo lo slogan a cantilena, da settembre a giovedì scorso. E’ diventato ripetitivo, ahilui. Non sono bastati appelli, inviti, ramanzine, lezioni aggiuntive, analisi video, zoom tecnici e tattici. La Lazio ha continuato a sbagliare, a regalare gol. Riviviamoli, per quanto faccia male.
CLUJ E RENNES. Prima giornata di Coppa, in campo Cluj e Lazio in Romania. A parte il rigore fischiato a Leiva (dubbio, ma evitabile), i biancocelesti sono stati condannati dalle letture sbagliate di Vavro (uscita errata) e Strakosha (ha girovagato per l’area senza meta), hanno prodotto il raddoppio di Omrani (2-1). Da citare anche l’errore di posizione di Bastos. Contro il Rennes è servita una grande reazione, sono stati richiamati d’urgenza Milinkovic e Immobile per vincere l’unica partita (ad oggi) del girone. Il Rennes, ecco l’errore, passò in vantaggio con Morel, sfruttando un “buco” di Sergej (marcatura saltata) sulla punizione laterale di Grenier. Milinkovic riuscì a regalare il pareggio (unico gol in Europa nel 2019-20), bissato da Ciro.
DOPPIO CELTIC. Le due sconfitte con il Celtic sembrano fotocopiate, sono fresche nei ricordi. A Glasgow, dopo il vantaggio, la frittata è stata corale: Parolo molle su Edouard, Leiva ha perso Christie, Vavro non è uscito, ha lasciato lo specchio aperto. Il raddoppio è nato da un angolo di Christie, dal colpo di testa di Jullien, lasciato libero da Bastos. All’Olimpico, giovedì, è andata come si sa: palla persa da Milinkovic (troppe volte colpevole), è stato Elyounoussi a soffiargliela e Forrest ha colpito. La papera di Be- risha è incommentabile. E’ diventata una sindrome sempre più allarmante. Gli errori sono stati clamorosi, individuali e di concetto, si sono ripetuti continuamente e banalmente. Turnover difettoso, differenze tecniche, disattenzioni, c’è di tutto nelle tre sconfitte rimediate su quattro partite. Inzaghi può vantare solo tre punti in clas- sifica, mai così pochi alla quarta giornata della fase a gironi europea. Non sono bastate neppure le buone prestazioni, part-time, offerte dalla squadra. E’ durata di più a Glasgow, all’Olimpico molto meno. Gli omaggi sono stati pesantissimi, rischiano di essere pagati a caro prezzo. Restano due partite in Europa, vanno giocate d’ufficio e per l’onore, pensare di perderle non è ammissibile. Al di là delle percentuali basse di qualificazione (dipende anche dallo scontro tra Cluj e Celtic del 12 dicembre), la Lazio deve fare punti per non scivolare indietro nel Ranking Uefa, in vista delle qualificazioni future c’è il rischio di non essere tra le teste di serie (ogni vittoria vale due punti, si considerano gli ultimi 5 anni di rendimento).
IL FUTURO. Cluj in casa e Rennes fuori. La Lazio ha regalato anche troppo, è in debito con i tifosi. Da anni l’Europa non era così tribolata e non è stata una scelta. C’era la voglia di andare avanti il più possibile, le speranze si sono infrante contro la realtà. Chi ha sostituito i titolarissimi, per vari motivi, non è stato all’altezza, ma neppure i big (eccezion fatta per qualcuno) sono esenti da colpe. La Lazio dei gentili omaggi è stata anche la Lazio grandi sprechi. Si sono regalati gol e ne sono stati risparmiati. Inzaghi, giovedì, non se l’è potuta prendere solo con l’arbitro Stieler. «Una squadra come la Lazio non può permettersi certi errori», anche l’analisi è diventata monotona.
Marcature e uscite sbagliate hanno messo a forte rischio la qualificazione