«IL CAGLIARI ORA VOLA E NON SI ACCONTENTA»
Ionita: «Stare così in alto in classifica? È una sorpresa per tutti noi Sappiamo che arriveranno i momenti no, però vogliamo fare di più»
Nel Cagliari dell'estroso Nainggolan, del musicista Castro, del talentuoso Nandez e del gigante Olsen, riescono a spiccare anche i muscoli e i polmoni di un uomo tanto normale quanto determinante come Artur Ionita che, senza troppi clamori si è preso lo spazio che ha meritato. Poche parole, ma tanti fatti per il primo giocatore moldavo non solo della storia della società isolana ma anche del campionato di serie A che non vuole certo deludere le aspettative dei suoi connazionali. Tra il desiderio di far bene in nazionale e il sogno europeo con i rossoblù, la mezz'ala di qualità e quantità è pronta ad un ultimo sforzo contro la Fiorentina prima della nuova pausa, con il solo obiettivo di far restare il Cagliari lassù il più a lungo possibile.
Con tante primedonne in squadra, cosa porta in dote Ionita? «Cerco di fare quello che ho sempre fatto: dare ritmo, fiducia in fase di recupero palla e inserimenti sulle seconde palle perché certe situazioni cambiano le partite. E tento di dare equilibrio».
Cosa si prova a stare in alto in classifica?
«È una bella novità, per me e per tutti i compagni. Ancora però il campionato è lungo e noi sappiamo di dover sempre migliorare perché ci saranno partite difficili. Dovremo farci trovare pronti. Mai accontentarsi di quanto fatto anche se guardare la classifica di questi tempi è bello».
Dove potete arrivare? «Dobbiamo volare basso e pensare partita dopo partita. Questo conta. Puntare solo a correggere i nostri difetti e dopo ogni partita si vedrà la classifica. Se inizi a fare calcoli stai già sbagliando in partenza».
Quale il vostro segreto?
«Il gruppo e il lavoro. Stiamo sudando tanto e i risultati si vedono perché abbiamo un gruppo di grande qualità. E quando arrivano i risultati, le motivazioni crescono ma devi sempre stare sul pezzo».
Cigar in i ha detto che uno dei segreti è stato perdere la prima partita ... «In effetti ci ha fatto bene. Certo, non fa piacere perdere e iniziare così un campionato soprattutto in casa e contro il Brescia, ma l'avvio di stagione è quasi sempre strano perché le squadre non si conoscono ancora bene e fisicamente non sei al top. L'importante è stato riscattarci subito contro l'Inter e anche se abbiamo perso, siamo ripartiti dalla prestazione buona offerta in campo».
Il suo bilancio in Sardegna? «Non ci avevo pensato che sono già alla quarta stagione. Sicuramente è stata la scelta giusta anche se al primo anno mi sono fatto male e ho avuto problemi per sei mesi. Ma col passare del tempo, soprattutto lo scorso campionato, sono cresciuto e credo sia andato molto bene come l'avvio di questo».
Solo cinque gare da titolare sono un problema?
«Credo che la concorrenza possa essere un vantaggio ma devi essere concentrato perché tutti vogliono giocare, siamo umani. Ma devi pensare a non mollare mai perché quando arriva l'occasione non puoi perderla».
Come si trova accanto a un fuoriclasse come Nainggolan? «Abbiamo tutti da imparare da uno come lui. Ci mette più del cento per cento in campo e le sue qualità, la sua tranquillità sono di aiuto per tutti. Da un movimento a uno stop, a un tiro in porta, lo vediamo tutti di cosa è capace e per me è un onore averlo accanto. È un valore aggiunto per tutta la squadra».
Chi l'ha stupita tra i nuovi arrivati? «Sarebbe facile dire Radja, ma tutti hanno qualità individuali importanti e si completano a vicenda.
Ognuno ha portato qualcosa alla squadra».
Il “nemico” numero uno si chiama Rog. In cosa siete simili e in cosa differenti?
«Un giocatore di grande qualità, lo abbiamo visto tutti e non dimentichiamo da dove viene. Cerca sempre la palla vicino, mentre io forse sono più lineare».
Mai pensato, visto l'affollamento in mezzo, di cambiare aria? «Sapevo che non sarebbe stato facile, ma allo stesso tempo ero consapevole di voler restare qui. Sono sereno e voglio pensare solo a lottare per i nostri obiettivi».
Cosa aspetta a fare il primo gol stagionale?
«Se Joao mi avesse passato la palla contro il Genoa magari lo avrei già fatto (ride, ndc). Segnare fa piacere, soprattutto perché non lo faccio da marzo, ma non ci penso. Devo cercare di più la palla in area e spero che arrivi presto».
Cosa ha pensato quando in rapida successione, al Cagliari sono mancati Barella, C ragno ePa voletti? «Ero triste e spaventato anche se sapevo che sarebbero arrivati i rinforzi. Sono mancati giocatori fondamentali, ma dobbiamo ringraziare il presidente che ha fatto investimenti importanti che lo stanno ripagando».
Cagliari-Fiorentina, chi la spunta? «Partita molto difficile, perché arriva una squadra forte con giocatori che da soli possono decidere una gara, ma a noi deve interessare solo fare le nostre cose. Giochiamo in casa, davanti al nostro pubblico e vogliamo un risultato positivo. I tifosi sono il dodicesimo uomo in campo e non vogliamo deluderli».
Tra i tanti tifosi, un certo Riva vi ha fatto i complimenti...
«È un onore sapere che ci abbia fatto i complimenti per quello che stiamo facendo. Queste attenzioni ti lasciano senza parole».
«Il ko col Brescia alla prima giornata è servito: da lì in poi abbiamo cambiato passo. È stato bravo il presidente a fare un grande mercato»
«Non ho mai pensato di andare altrove vista la concorrenza nel reparto. Tento di fare del mio meglio dando ritmo al gioco e spero di riuscirci»
A proposito di gruppo, lo spuntino sardo-sudamericano di giovedì sarà servito parecchio. Ma, meglio la cucina moldava o il maialetto arrosto?
«In Moldavia sono molto buone le zuppe ma la cucina italiana è la numero uno e il porceddu non si batte».