Corriere dello Sport

«IL CAGLIARI ORA VOLA E NON SI ACCONTENTA»

Ionita: «Stare così in alto in classifica? È una sorpresa per tutti noi Sappiamo che arriverann­o i momenti no, però vogliamo fare di più»

- di Giuseppe Amisani

Nel Cagliari dell'estroso Nainggolan, del musicista Castro, del talentuoso Nandez e del gigante Olsen, riescono a spiccare anche i muscoli e i polmoni di un uomo tanto normale quanto determinan­te come Artur Ionita che, senza troppi clamori si è preso lo spazio che ha meritato. Poche parole, ma tanti fatti per il primo giocatore moldavo non solo della storia della società isolana ma anche del campionato di serie A che non vuole certo deludere le aspettativ­e dei suoi connaziona­li. Tra il desiderio di far bene in nazionale e il sogno europeo con i rossoblù, la mezz'ala di qualità e quantità è pronta ad un ultimo sforzo contro la Fiorentina prima della nuova pausa, con il solo obiettivo di far restare il Cagliari lassù il più a lungo possibile.

Con tante primedonne in squadra, cosa porta in dote Ionita? «Cerco di fare quello che ho sempre fatto: dare ritmo, fiducia in fase di recupero palla e inseriment­i sulle seconde palle perché certe situazioni cambiano le partite. E tento di dare equilibrio».

Cosa si prova a stare in alto in classifica?

«È una bella novità, per me e per tutti i compagni. Ancora però il campionato è lungo e noi sappiamo di dover sempre migliorare perché ci saranno partite difficili. Dovremo farci trovare pronti. Mai accontenta­rsi di quanto fatto anche se guardare la classifica di questi tempi è bello».

Dove potete arrivare? «Dobbiamo volare basso e pensare partita dopo partita. Questo conta. Puntare solo a correggere i nostri difetti e dopo ogni partita si vedrà la classifica. Se inizi a fare calcoli stai già sbagliando in partenza».

Quale il vostro segreto?

«Il gruppo e il lavoro. Stiamo sudando tanto e i risultati si vedono perché abbiamo un gruppo di grande qualità. E quando arrivano i risultati, le motivazion­i crescono ma devi sempre stare sul pezzo».

Cigar in i ha detto che uno dei segreti è stato perdere la prima partita ... «In effetti ci ha fatto bene. Certo, non fa piacere perdere e iniziare così un campionato soprattutt­o in casa e contro il Brescia, ma l'avvio di stagione è quasi sempre strano perché le squadre non si conoscono ancora bene e fisicament­e non sei al top. L'importante è stato riscattarc­i subito contro l'Inter e anche se abbiamo perso, siamo ripartiti dalla prestazion­e buona offerta in campo».

Il suo bilancio in Sardegna? «Non ci avevo pensato che sono già alla quarta stagione. Sicurament­e è stata la scelta giusta anche se al primo anno mi sono fatto male e ho avuto problemi per sei mesi. Ma col passare del tempo, soprattutt­o lo scorso campionato, sono cresciuto e credo sia andato molto bene come l'avvio di questo».

Solo cinque gare da titolare sono un problema?

«Credo che la concorrenz­a possa essere un vantaggio ma devi essere concentrat­o perché tutti vogliono giocare, siamo umani. Ma devi pensare a non mollare mai perché quando arriva l'occasione non puoi perderla».

Come si trova accanto a un fuoriclass­e come Nainggolan? «Abbiamo tutti da imparare da uno come lui. Ci mette più del cento per cento in campo e le sue qualità, la sua tranquilli­tà sono di aiuto per tutti. Da un movimento a uno stop, a un tiro in porta, lo vediamo tutti di cosa è capace e per me è un onore averlo accanto. È un valore aggiunto per tutta la squadra».

Chi l'ha stupita tra i nuovi arrivati? «Sarebbe facile dire Radja, ma tutti hanno qualità individual­i importanti e si completano a vicenda.

Ognuno ha portato qualcosa alla squadra».

Il “nemico” numero uno si chiama Rog. In cosa siete simili e in cosa differenti?

«Un giocatore di grande qualità, lo abbiamo visto tutti e non dimentichi­amo da dove viene. Cerca sempre la palla vicino, mentre io forse sono più lineare».

Mai pensato, visto l'affollamen­to in mezzo, di cambiare aria? «Sapevo che non sarebbe stato facile, ma allo stesso tempo ero consapevol­e di voler restare qui. Sono sereno e voglio pensare solo a lottare per i nostri obiettivi».

Cosa aspetta a fare il primo gol stagionale?

«Se Joao mi avesse passato la palla contro il Genoa magari lo avrei già fatto (ride, ndc). Segnare fa piacere, soprattutt­o perché non lo faccio da marzo, ma non ci penso. Devo cercare di più la palla in area e spero che arrivi presto».

Cosa ha pensato quando in rapida succession­e, al Cagliari sono mancati Barella, C ragno ePa voletti? «Ero triste e spaventato anche se sapevo che sarebbero arrivati i rinforzi. Sono mancati giocatori fondamenta­li, ma dobbiamo ringraziar­e il presidente che ha fatto investimen­ti importanti che lo stanno ripagando».

Cagliari-Fiorentina, chi la spunta? «Partita molto difficile, perché arriva una squadra forte con giocatori che da soli possono decidere una gara, ma a noi deve interessar­e solo fare le nostre cose. Giochiamo in casa, davanti al nostro pubblico e vogliamo un risultato positivo. I tifosi sono il dodicesimo uomo in campo e non vogliamo deluderli».

Tra i tanti tifosi, un certo Riva vi ha fatto i compliment­i...

«È un onore sapere che ci abbia fatto i compliment­i per quello che stiamo facendo. Queste attenzioni ti lasciano senza parole».

«Il ko col Brescia alla prima giornata è servito: da lì in poi abbiamo cambiato passo. È stato bravo il presidente a fare un grande mercato»

«Non ho mai pensato di andare altrove vista la concorrenz­a nel reparto. Tento di fare del mio meglio dando ritmo al gioco e spero di riuscirci»

A proposito di gruppo, lo spuntino sardo-sudamerica­no di giovedì sarà servito parecchio. Ma, meglio la cucina moldava o il maialetto arrosto?

«In Moldavia sono molto buone le zuppe ma la cucina italiana è la numero uno e il porceddu non si batte».

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ANSA Artur Ionita 29 anni trova spesso il suo spazio nel Cagliari a centrocamp­o nonostante la grande concorrenz­a
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LAPRESSE Per Ionita quella corrente è la quarta stagione in rossoblù

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