BUCCHI NON SI VOLTA
Scintille al “Castellani”: il tecnico dell’Empoli contro l’amico Zauri che non si accontenterà di un pari
Quante caoincidenze! Le vite calcistiche di Cristian Bucchi e Luciano Zauri che si aggrovigliano a mo’ di gomitolo, con il comune denominatore di un Daniele Sebastiani nelle vesti di talent scout: il presidente li ha lanciati entrambi! L’attuale tecnico dell’Empoli, infatti, ha chiuso la sua carriera da attaccante nel Pescara, dove ha iniziato quella da allenatore, prima con la Primavera e poi con l’esordio in A nel 2013 al posto di Bergodi. Idem per Zauri, percorso tale e quale spiccicato, solo intrapreso 6 anni dopo. Eppure i due sono quasi coetanei (42 contro 41), ma Bucchi è stato più precoce nel suo desiderio di ricominciare. In realtà c’è dell’altro, Bucchi è stato allenatore di Zauri in quell’anno lì a Pescara, poi i due si sono incrociati a Coverciano nei Corsi per prendere il patentino e in precedenza avevano giocato insieme nelle nazionali giovanili. Insomma, il classico caso in cui si dice dell’altro: «è un amico, gli auguro le migliori fortune ... a cominciare dalla prossima partimento ta». Eh già, perché quella odierna nessuno dei due la vuole perdere, anzi ... .
VINCERE. Bucchi, in particolare, ha bisogno di vincerla, visto che non ci riesce dallo scorso 28 settembre (col Perugia), mentre da 5 partite (3 pari e 2 ko, l’ultimo a Benevento doloroso – per lui – va un po’ (troppo) a tentoni per essere alla guida della squadra stra-favorita. Ma anche Zauri non la disdegnerebbe (la vittoria), perché il suo Pescara si mantiene sì in linea di galleggia“corazzata”, (in fondo ha un solo punto in meno dell’Empoli e ... pure il migliore attacco), ma per fare impennare le sue quotazioni servirebbe il “colpaccio”. Che al “Castellani” manca dal 2012, quando ci riuscì, per la prima e unica volta in 17 sfide complessive, il Pescara di Zeman (0-2). Magari i tifosi abruzzesi più scaramantici non gradiranno, ma finora Zauri in pochi mesi ha già infranto due tabù per un complessivo di oltre mezzo secolo (ha vinto dopo 21 anni a Cosenza e dopo 31 ad Ascoli), quindi ... appena 7 anni certo non gli fanno impressione.
DOPPIO GIOCO. In ogni caso i due allenatori alla viglia si dimostrano grandi doppiogiochisti. Perché Zauri definisce l’Empoli una mentre Bucchi parla del Pescara come una squadra che vuole nascondersi, visto che è “molto forte”. Al tempo stesso il tecnico empolese stuzzica un po’ l’amico-rivale dichiarando di aspettarsi “un atteggiamento chiuso per cercare di sfruttare le ripartenze”, come ad invitare Zauri a uscire dal guscio, ma quest’ultimo non ci casca e ribadisce di fare fatica «ad individuare nei toscani punti deboli».
IL GRANDE EX. Dunque, cosa aspettarsi? Beh, presumibilmente un Pescara attendista e un Empoli ultra offensivo, pronto a brandire lo spauracchio-Mancuso, cioè il grande ex, colui che qualche mese fa stava per portare gli adriatici alla finale play off per la serie A. Ora, ci si chiede: se dovesse segnare, esulterebbe? Boh, e chi lo sa? In questa settimana un po’ delicata l’ufficio stampa del club toscano ha preferito non fare esprimere i calciatori. Diciamo, allora, che parlerà solo il campo.