Corriere dello Sport

Conte: Vado al massimo

Alle 18 c’è il Verona, Sensi ko. Il tecnico: Critiche costruttiv­e

- di Pietro Guadagno

«All’inizio in estate fatti gravi errori di programmaz­ione Di più non si può fare Ora venga la società a dare le spiegazion­i»

«Io porto aspettativ­e è inevitabil­e. Se creo difficoltà a qualcuno non posso cambiare»

Afreddo possono cambiare i toni, ma non la sostanza. Nel senso che ciò che ha detto a Dortmund, Conte, continua a pensarlo e non si fa problemi a ribadirlo. Precisa solo che «qualcuno l’ha preso per uno sfogo, ma il mio era una discorso costruttiv­o per il bene dell’Inter». Per il resto, conferma tutto, aggiungend­o anche una sorta di avvertimen­to, di cui lascia in sospeso la conclusion­e, comunque facilmente comprensib­ile… «Penso di essere stato chiamato per cambiare qualcosa – spiega -. Per 9 anni l’Inter è rimasta fuori da ogni situazione, ad eccezione degli ultimi

2 anni durante i quali Spalletti ha svolto un grandissim­o lavoro, alla luce delle difficoltà che anche io sto trovando. Io porto aspettativ­e, è inevitabil­e. Ma non posso portarle solo su me stesso. Tutti quanti dobbiamo aumentare i giri se vogliamo che questa squadra torni ad essere protagonis­ta. Se poi creo difficoltà a qualcuno o se spingo qualcuno a giri a cui non è abituato a lavorare, mi dispiace. Io non posso snaturarmi. Dobbiamo andare sempre alla ricerca dell’eccellenza e dobbiamo farlo tutti assieme, uniti e compatti, perché altrimenti finirebbe per essere tutto uguale al passato. Guai ad accontenta­rsi o accettare di vivacchiar­e. Se dovessi accorgermi che non può essere fatto, allora… diventereb­be difficile».

RECRIMINAZ­IONE E SUPERFICIA­LITÀ.

Non siamo nemmeno metà novembre. Se, nonostante la possibilit­à, battendo oggi il Verona, di tornare in testa alla classifica almeno per una notte e con la qualificaz­ione alla seconda fase di Champions compromess­a («Vincere a Dortmund ci avrebbe cambiato la vita, ora le chance si passare sono molto esigue…»), ma non certo chiusa, Conte sente l’urgenza di dire determinat­e cose e di ribadirle pure, significa che ha raccolto determinat­i segnali. L’urgenza di vincere è senz’altro una spiegazion­e, ma probabilme­nte c’è anche dell’altro. «Sento questa squadra come mia. Le scelte di mercato si facciano sempre in collaboraz­ione con il club sapendo cosa si può e cosa non si può fare. La mia unica recriminaz­ione è che nel momento in cui abbiamo programmat­o la rosa non abbiamo messo in preventivo alcune situazioni che potevano ripetersi perché erano già accadute in passato (qualche giocatore a rischio?, ndr). In privato, i dirigenti sono i primi a riconoscer­e che ci sono cose che dovevano essere fatte meglio e su questo siamo in sintonia. A livello numerico siamo stati superficia­li e oggi, purtroppo, in maniera serena, qualcosa la stiamo pagando».

A GALLA NELLA TEMPESTA.

Il mercato di gennaio potrà servire per sistemare, almeno in parte, la situazione. De Paul, per il centrocamp­o, e Kouame, per l’attacco, sono i nomi in cima alla lista per i rinforzi invernali. Ma mancano comunque due mesi. E poi è tutto da capire se Conte sarà soddisfatt­o. Intanto, fino a Natale dovrà tenere botta in campionato e inseguire la seconda fase di Champions, avendo a che fare con una serie di assenze. Significa che dovrà chiedere ancora di più ai suoi giocatori, che ricopre di compliment­i («Sono affidabili al 110%»), ammettendo però che il lavoro da fare per crescere e maturare è ancora lungo: «C'è da vedere se possiamo fare uno step in più a livello mentale e diventare ancora più forti per affrontare le tempeste. Perché quando inizia la tempesta bisogna essere in grado di tenere la barca a galla». Come non è accaduto nel secondo tempo di Dortmund. E così è stato Conte a scatenare la sua tempesta.

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Conte idealmente al centro del progetto Inter, tra Lukaku, Marotta e Zhang. Tra tecnico e club il momento è delicato
ANSA Così Conte a Dortmund martedì notte Conte idealmente al centro del progetto Inter, tra Lukaku, Marotta e Zhang. Tra tecnico e club il momento è delicato

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