«Venezia, ti rialzerai» La solidarietà di Vialli
INVIATO A VENEZIA - «Sono qui e vi porto l’abbraccio di tutti noi». Vedere Gigione Donnarumma, avanzare stranito in piazza S.Marco allagata, con gli stivaloni delle sette leghe e pensare che anche a un gigante come lui martedì scorso qui a Venezia sarebbe rimasto fuori giusto il naso, è un pensiero che rappresenta plasticamente cosa sia stata questa acqua alta record di metà novembre. Un record drammatico che ha incrociato la Nazionale reduce dal trionfo bosniaco e da ben altri primati, per fortuna sportivi e che ha vissuto ieri proprio lì una giornata intensa, dove si sono mescolati odori, sapori e umori contrastanti, tenuti insieme dal filo dell’impegno azzurro legato a una città tanto speciale e ora scossa.
La tappa veneziana era programmata da tempo, all’interno di questa trasferta pre-europea della squadra di Mancini. C’era, oltre che preparare la sfida con l’Armenia, prevista a Palermo, da celebrare l’accordo Save (Aeroporto di Venezia)-Figc, da ieri in pratica l’hub delle nazionali. Il programma si è poi doverosamente allargato, includendo una visita di testimonianza da parte di una delegazione federale al cuore della città ferita. Appena atterrati, provenienti da Sarajevo, intorno alle 11, il presidente Gravina, il capo delegazione Vialli, Donnarumma in rappresentanza della squadra, sono stati accompagnati in centro mentre Mancini e il resto del gruppo si sono trasferiti al Centro sportivo Taliercio per l’allenamento.
Con Donnarumma e il presidente Gravina, ha visitato la città ferita
L’IMPEGNO. In San Marco la situazione non era drammatica come nei giorni scorsi ma lo sfregio alla città è evidentissimo: «Ma come un atleta ferito saprà rialzarsi» si è augurato Vialli. Anche Gravina è
rimasto colpito, incontrando commercianti, entrando in alcuni esercizi sconciati dalla marea. «Siamo pronti, come Figc, in collaborazione con Save a realizzare un progetto che ci verrà indicato dal sindaco. Perché il calcio ancora una volta possa dimostrare di essere migliore di come viene spesso dipinto». Intanto la Nazionale riceveva l’abbraccio di 200 tifosi, lasciati entrare nel centro sportivo, accolti dai giocatori che hanno a lungo fatto selfie e firmato autografi.
L’ACCORDO. Più tardi poi, a metà pomeriggio, la cerimonia all’Aeroporto Marco Polo, presente Enrico Marchi, presidente Gruppo Save, Gravina e Mancini. In pratica Aeroporto di Venezia diventa official hub delle nostre nazionali, A maschile e femminile e under. L’accordo 2019-2023 (valore un milione annuo) prevede un numero di partenze stagionali delle rappresentative azzurre dallo scalo veneto (oggi l’Italia partirà per Palermo e la Under 21 per Catania; a marzo la Nazionale volerà da qui in Qatar o verso la sede delle eventuali amichevoli alternative). Il Marco Polo, con un numero complessivo di 10 mila addetti, è già il terzo aeroporto internazionale d’Italia, e punta a crescere ancora, aprendo finalmente una tratta con la Cina.
NIENTE RADAR. Intanto, come detto, stamattina trasferimento a Palermo. Dove, contrariamente a quanto auspicato dal presidente Gravina, durante Italia-Armenia non sarà testato il sistema di pannelli di controllo video-vocale per combattere violenza e razzismo da stadio. Il progetto che sta a cuore al numero uno federale, che ha personalmente verificato l’efficacia del check visivo, deve ancora essere concordato col Ministero dell’Interno (sussistono problemi di tutela della privacy). In proposito è previsto un incontro il 22 novembre prossimo a Roma. Ma la Federazione conta di poter mettere entro l’anno questa tecnologia a disposizione dei club.