Da Lotito a Özil-Kolasinac mai più in giro da soli
I due Gunners sono stati aggrediti Zuniga minacciato dopo un fallo su Neymar. CR7 protetto... dai fan
Minacce, offese, denunce e scorte: anche il mondo dello sport negli ultimi anni ha conosciuto l’offensiva dell’odio e degli squilibrati. Tanti i calciatori e i dirigenti che sono finiti nel mirino e hanno dovuto ricorrere all’aiuto delle forze dell’ordine o attrezzarsi con guardie del corpo. Perché la sicurezza personale e della propria famiglia è un qualcosa che nessuno vuole mettere in secondo piano.
DIRIGENTI SOTTO SCORTA. Genova in questo momento è una piazza inquieta e sia Preziosi sia Ferrero sono stati costretti ad adottare delle precauzioni. Il numero uno blucerchiato, nei giorni carichi di tensione del passaggio di proprietà (poi sfumato) al gruppo di Vialli, aveva ricevuto offese e minacce. Alla scorta personale che ha da tempo, dunque, si è aggiunta la Digos che lo accompagnava ogni volta che è a Genoa. Il presidente del Genoa invece convive con questa situazione da più tempo perché i suoi rapporti con la Nord sono compromessi da anni. Aveva ricevuto minacce addirittura sul suo numero di cellulare e quando è a Pegli, nel quartier generale rossoblù, viene sempre scortato dalla Digos. Lotito con la scorta ormai ha imparato a convivere e non si muove mani senza i suoi “angeli custodi”: ovunque vada, dalla Lega a Milano agli stadi d’Italia e d’Europa, loro sono con il presidente della Lazio che alcuni anni fa ha visto anche pubblicato in Rete il suo numero telefonico, con tanto di aumento esponenziale delle minacce di morte. Galliani, nelle ultime stagioni della sua esperienza come ad del Milan, non viaggiava mai da solo. E pure l’ex arbitro Collina, quando nel 2007 faceva il designatore, era seguito 24 ore su 24 da uomini della Polizia di Stato che dovevano proteggerlo da «minacce gravi e assolutamente attendibili».
CALCIATORI IN BILICO. A Zuniga la scorta è stata data nel 2014: aveva ricevuto minacce di morte sui social in seguito alla ginocchiata rifilata a Neymar al Mondiale, una “botta” che aveva sancito la fine dell’esperienza del fuoriclasse del Psg nella Coppa del Mondo organizzata in patria. La polizia colombiana seguiva giorno e notte l’ex esterno del Napoli che trascorse le vacanze con un paio di uomini delle forze dell’ordine insieme a lui e alla famiglia. Una cosa per alcuni versi simile sta succedendo adesso a Mesut Özil e Sead Kolasinac: a seguito dell’aggressione subita la scorsa estate a Londra da alcuni malviventi armati di coltelli, i due calciatori dell’Arsenal hanno assunto guardie del coperto personali che scortano loro e i familiari. A Napoli, dopo gli ultimi fatti, la sorveglianza privata è stata adottata da Allan.
CR7 E I BODY GUARD. Ronaldo naturalmente merita un discorso a parte. Nel suo caso a rendere necessaria la presenza di un almeno un paio di bodyguard ovunque si sposti non è solo la sicurezza, ma il bisogno di difendersi dall’assalto dei fans. E la stessa cosa vale per Messi e Neymar, il cui seguito quando si sposta è comunque di per sé già abbastanza numeroso. David Beckham, per proteggere se stesso, la moglie Victoria e la famiglia, in passato utilizzava guardie del corpo; un'attenzione simile la FA, la Lega inglese, nel 2010 l'aveva consigliata i giocatori per difendersi dalle gang.
Sicurezza personale e dei familiari: anche Messi e Neymar hanno bodyguard
medesima differenza reti dell’Italia (+4), ma nei due incontri finora disputati hanno realizzato una rete per ora decisiva - in più. «Faccio i complimenti ai ragazzi perché non è mai scontato qualificarsi dopo appena due gare disputate», ha commentato il tecnico dell’Under 19, Alberto Bollini. Sulla stessa linea anche il goleador Sebastiano Esposito: «Abbiamo creato molte occasioni da rete specialmente nella prima parte del primo tempo, in cui abbiamo macinato un buon gioco. Siamo un grandissimo gruppo ed è bellissimo sentirsi parte di questa squadra».