I ragazzi del Rieti contro la Reggina È la partita che la serie C ha già perso
Gioca la Berretti per il club con la prima squadra in sciopero
Le etichette sono già state apposte. Chi ha scritto “la strana partita” (i più moderati) chi è andato giù un pochetto più duro stampando a lettere di fuoco la frase “campionato falsato”. Non poteva essere diverso il traguardo di una partita la cui genesi è stata più che tormentata. Rieti-Reggina si gioca, nel silenzio di uno “Scopigno” blindato dall’Osservatorio per le manifestazioni sportive soprattutto perché il bailamme generale ha lasciato fuori da qualsiasi accordo quello con gli steward. E non essendoci loro, i tifosi non possono entrare. Ma non si può escludere che - subliminalmente - chi ha preso la decisione abbia calcolato anche l’incavolamento di una tifoseria che ne ha dovute sopportare troppe negli ultimi tempi. In due stagioni di C, questa è la terza volta che succede: lo scorso anno il Rieti giocò a porte chiuse sia contro il Teramo in Coppa Italia (26 agosto 2018), che in campionato contro la Casertana (22 settembre 2018), ma le motivazioni erano differenti.
E’ STRANA O FALSA TUTTO? Che partita sarà si intuisce facilmente. La Reggina è del tutto involontaria comparsa in una recita che, prevedibilmente, dal suo punto di vista sarà poco più di un allenamento. Contro la Berretti del Rieti finirà tanto a poco. Ci mancava solo la capolista a impallinare di gol i ragazzini del vivaio amarantoceleste, per i quali il presidente di Lega Pro Francesco Ghirelli si è appellato al buonsenso dei rispettivi genitori. Una cosa tipo: evitate ai vostri ragazzi una situazione sportivamente non esaltante. Ma in realtà, a farsi carico di onori (pochi) e oneri (tanti) dovrebbe essere chi sul Rieti, sulla proprietà del club, sui diritti dei giocatori professionisti, non è stato esattamente ineccepibile.
Dunque, che sarà una partita strana è evidente. Non come la famigerata Cuneo-Pro Piacenza (200, poi non omologata) con gli ospiti scesi in campo in sette e con tesseramenti dell’ultimora. Ma basta per far drizzare le antenne alla concorrenza. Fabio Gallo, allenatore della Ternana guarda caso immeverde diata inseguitrice deli amaranto di Mimmo Toscano, non lo ha mandato a dire: «Nel momento in cui il Rieti scende in campo con la Berretti il campionato è falsato». Possibile dargli torto? Una squadra giovanile contro la prima della classe, aggiunge un altro obice il tecnico degli umbri «è una sconfitta per tutte le belle parole spese all’inizio dell’anno».
CONSEGUENZE. Ghirelli è un leone momentaneamente bloccato da una delle (poche) normative sulle quali non si è potuti intervenire. «Siamo il campionato che vuol valorizzare i giovani, quindi che non vede di cattivo occhio il fatto che giochino. Ma così no...». Facile che stasera, al fischio finale di Rieti-Reggina, dica qualcosa di forte. Ma prima e più di lui dovrebbero dire qualcosa i veri autori della piece: chi non ha pagato i giocatori e li ha indotti a scioperare, chi voleva rilevare tutto e non ha sistemato nulla. Chi doveva rinunciare, chi voleva ritornare: un balletto che ha prodotto lo stallo dal quale la prima squadra, sindacalmente, non poteva sganciarsi. Dunque Rieti-Reggina va in scena così. Finirà con i baby laziali che saranno surclassati, con le rivali della Reggina inviperite. E con gli stipendi per i giocatori del Rieti ancora da arrivare.
(hanno collaborato Eugenio Marino e Marco Ferroni)