O’Shea se ne va L’Italia a Smith?
«Grazie, ma basta così». Ecco riassunto il pensiero di Conor O'Shea che, da ieri, non ricopre più l'incarico di commissario tecnico della Nazionale di rugby. Dagli annunci pomposi del tipo «Vogliamo creare la miglior Italia di sempre» alle clamorose dimissioni ufficializzate dal presidente della Federugby, Alfredo Gavazzi, nel corso del Consiglio federale tenuto all'Aquila. Tutto ciò passando per l'ultimo Mondiale, che già dopo la brutta prestazione con il Sudafrica (poi campione del mondo) ha riconsegnato una versione a dir poco delusa e amareggiata del 49enne irlandese.
ANTICIPO. La scadenza del contratto era prevista per il prossimo 30 maggio, quindi dopo un quarto Sei Nazioni al timone dell'Italrugby. Squadra che invece, a un tiro di schioppo dal torneo 2020 al via il 1° febbraio, è senza guida. «A breve verrà comunicato un nuovo staff», dichiara il responsabile dell'Area Tecnica della Fir Franco Ascione, ma non è improbabile un incarico, magari ad interim, all'ex coach della Benetton Treviso Franco Smith, già in casa Italia. Certo il nuovo ct non sarà Rob Howley, inizialmente corteggiato dalla Fir ma poi licenziato dallo staff del Galles per un caso scommesse.
STIMOLI. «Finito il Mondiale, Conor ha mostrato di essere poco motivato ad andare avanti verso il Sei Nazioni. Le dimissioni un po' ce le aspettavamo», rivela Ascione. È pur vero che, al ritorno dal Giappone,
O'Shea fosse già concentrato verso un altro incarico, ossia lo sviluppo del settore giovanile per la federazione inglese con cui è già in piedi un accordo. «Abbiamo avviato un processo e generato una nuova, fondata speranza, ma credo anche che la fine della Rugby World Cup sia il momento migliore per tutti per fare i cambiamenti in vista del nuovo ciclo - le parole di O'Shea affidate a una nota - Il nostro lavoro è quello di lasciare la maglia in un posto migliore di quello dove l'abbiamo trovata. Spero sinceramente di aver lasciato il rugby italiano in una posizione migliore».
In carica dal marzo 2016, O'Shea ha ottenuto 9 vittorie in 40 partite, 0 in quel Sei Nazioni dove non si vince dal 2015. No, non è stata la miglior Italia di sempre.
CHAMPIONS CUP (1ª giornata) Girone 1: Leinster (Irl)-TREVISO 33-19 CHALLENGE CUP (1ª giornata) Girone 4: Bristol (Ing)-ZEBRE 59-21. Girone 5: CALVISANO-Cardiff (Gal) 16-38 AZZURRE: Test-match a L’Aquila, Italia-Giappone 17-17 (12-10)