I team bocciano le gomme 2020 all’unanimità
costruttori) muovendosi tra due e quattro ruote, tra pista, strada e fuoristrada, toccando ogni ambito del motorsport. Dagli Anni 70 i Mondiali griffati Brembo sono stati oltre 400, laddove in primo piano c’è la Formula 1: i freni italiani hanno vinto tutti i 21 GP di questa stagione, e con riferimento alla storia della Formula 1 le vittorie sono state 425 (su un totale di 1.018 GP), sfociate in 25 titoli piloti e 29 costruttori. Nelle due ruote i numeri sono ancor più impressionanti: più di 500 successi nella classe regina del motomondiale, tra 500 e l’attuale MotoGP. Dall’istituzione di questa, nel 2002, Brembo ha vinto tutti i 325 GP... E per citare due tra i più grandi campioni delle quattro e delle due ruote: Lewis Hamilton e Valentino Rossi hanno vinto tutto frenando sempre e solo con Brembo.
Su una cosa i team di Formula 1 si sono trovati tutti d’accordo: la bocciatura delle 2020, arrivata all’unanimità. La prossima stagione le specifiche saranno le stesse del 2019. Niente imprevisti e qualche soldo risparmiato perché - bene o male - il comportamento delle gomme usate per una stagione intera dovrebbe essere noto a tutti. Gomme diverse potevano comportare zone d’ombra nel rendimento della macchina e tutti i team hanno preferito evitare, soprattutto in considerazione del fatto che la stagione 2020 sarà l’ultima con le attuali regole. La FIA ha diffuso un comunicato: «Dopo aver testato ed analizzato i nuovi pneumatici con specifiche 2020, è stata effettuata una votazione per decidere quali specifiche utilizzare nel 2020 ai sensi dell’articolo 12.6.1 del regolamento. La votazione ha prodotto una decisione all’unanimità da parte dei team di Formula 1 di mantenere gli pneumatici con specifica 2019 per la stagione 2020. La FIA desidera ringraziare sia la Pirelli che i team per il loro lavoro e per la collaborazione volta a migliorare le gomme per la stagione 2020 ed oltre. In ogni caso, le lezioni apprese saranno preziose per l’ulteriore miglioramento delle gomme in futuro».