ANCELOTTI, L’UOMO DEL FIUME È DIVENTATO IL RAGAZZO CON LA VALIGIA. PER NAPOLI UN MALINCONICO AMARCORD?
Da Reggiolo a Napoli, via Reggio Emilia, Parma, Roma, Torino, Milano, Londra, Parigi, Madrid e Monaco di Baviera...
Cucci, siamo in auto di ritorno dal mercato ittico di Pozzuoli. “Add’u’ Mimi ‘o baculese” abbiamo comprato una bella ricciola e dei freschissimi gamberi rossi per la cenetta di questa sera dopo la partita Napoli-Genk. Mentre discutiamo se alla ricciola abbinare un tipo di pasta corta o lunga, accompagnandola con un fiano di Avellino o un greco di Tufo, sarà perché influenzato dall’argomento in discussione, Felice, rivolgendosi a noi dice: «L’avevo detto, e mi siete testimoni, Ancelotti è venuto a Napoli per gustare le nostre prelibatezze, su tutte le mozzarelle e i babà. Avete visto? In un anno e mezzo non è riuscito a dare un assetto stabile alla squadra, non ha mai confermato la stessa formazione per due partite di seguito, posiziona giocatori fuori ruolo e non c’è un’idea di gioco. I tifosi sono avviliti e preoccupati, De Laurentiis è deluso e arrabbiato, però deve anche riconoscere le colpe della società e farne tesoro, per costruire ci vogliono anni, per distruggere ci vuole niente».
Intervengo in difesa dell’allenatore: «Ancelotti è arrivato a Napoli nel momento sbagliato perché c’erano già alcuni segnali di insofferenza (ritardi nei rinnovi di contratti di 7 calciatori), che si sono ingigantiti nel tempo fino al famoso ammutinamento, e se va via, in qualsiasi modo, è una sconfitta per tutti. Credo che il suo errore sia stato quello di