La Juve si allena a Leverkusen (ore 21), l’Atalanta cerca l’impresa in Ucraina (18.55)
Dopo il primo ko stagionale l’allenatore vuole ripartire E nelle coppe sta volando Nelle sue ultime 21 continentali il tecnico non ha mai perso Ora insegue il 5º successo di fila in Champions per eguagliare Allegri
Maurizio Sarri ha la sana abitudine di essere una spugna clamorosa. Non legge i giornali, delle critiche gli interessa zero, sa chi è prevenuto e chi meno. Ma i numeri gli piacciono, soprattutto se certificano una bella storia che parte da Napoli (blitz a Lipsia in Europa League), si concretizza in casa Chelsea (sempre EL, percorso netto, appena due pareggi, trofeo alzato in cielo) e prosegue in zona Juve. La storia dice che in Europa il suo curriculum è immacolato da 21 partite, così distribuite: 18 vittorie e 3 pareggi. Oggi siamo all'ipotetico incastro numero 22: anche se non lo dice, ci tiene parecchio. Perché se gli avessero raccontato, cinque anni fa, che la musichetta della Champions sarebbe stata un'amica di certe notti, avrebbe beatamente mandato a quel paese qualsiasi profeta. Tra l'altro, visto che lo accostano sistematicamente ad Allegri quando non sarebbe proprio il caso, storie troppo diverse, stasera ha l'opportunità di acciuffarlo. Un'altra vittoria nell'Europa che conta e sarebbero cinque di fila, come accadde a Max nel 2017.
MOTIVAZIONI. «Ho letto da qualche parte che, se almeno pareggiassi, sarebbe un record. Allora, mi tocco...». Sarri la legge così, non sarebbe comunque così perché Alex Ferguson si fermò a 25, in sella al Manchester United tra settembre 2007 e maggio 2009. «Ovviamente il momento che ricordo di più è quello della finale di Europa League a Baku, il trofeo conquistato con il Chelsea, il primo in campo internazionale della mia carriera. Le motivazioni visto che siamo già primi? Se non facciamo risultato, li ammazzo... (e sorride, ndi). Spero che la striscia possa allungarsi e che la partita più importante sia presto un'altra. Ma non intendo sentire parlare di motivazioni. Quando sono stato contattato per la prima volta dai miei attuali dirigenti, chiesi per quale motivo la Juve avesse fatto soltanto tre punti nelle ultime cinque-sei giornate di campionato. Mi risposero "perché lo scudetto era già vinto". Sarebbe un brutto segnale, abbiamo l'onore di giocare in Champions e quindi mi aspetto una risposta vera dal punto di vista della mentalità. Poi il risultato può arrivare oppure no, questo è un altro discorso».
PJANIC E IL CITY. Le vicende tattiche chiamano in causa Pjanic, presente accanto a Sarri. «Te la senti di giocare trequartista con l'accelerazione da mezzala?», e il Comandante regala un altro sorriso. Pjanic sarà al suo posto, per Rabiot si profila uno spezzone. «E' stato fuori per infortunio, si sta riprendendo adesso. Nessuna bocciatura, anzi ci puntiamo perché il potenziale è di buon livello. Qui avrà spazio, ma non so per quanti minuti». Lo coinvolgono su una frase recente di Guardiola («il Manchester City non è all'altezza di competere con Juve e Barcellona»). Sarri non ci casca, rilancia: «Non lo so, forse è peggiorato rispetto all'anno scorso perché mi sembrava nettamente la squadra migliore d'Europa. Poi in Champions si può incappare nella partita sbagliata, ma loro erano davvero straordinari». Risolto l'equivoco su una domanda a Pjanic legata al coinvolgimento della squadra rispetto al nuovo corso, Sarri si dedica al tormentone sulla presunta compatibilità tra Dybala, Higuain e Ronaldo: siamo alla puntata numero diecimila (non l'ultima). «Vedremo se sarà il caso di alternarli, tutti e tre in simultanea
«Il ricordo più bello è l’Europa League vinta con il Chelsea, il mio primo trofeo»
«Le motivazioni? Se non giochiamo da Juve li ammazzo Voglio risposte»
non ce lo possiamo permettere».
Magari, un giorno, quando vedrà completamente la sua Juve. «Nel primo tempo di sabato mi sono riconosciuto». Il gioco degli specchi comprenderà altre puntate.
«Striscia record? Spero che la partita importante sia presto un’altra»