Macchina leader Velocità di punta l’unica carenza
Dov’è che si firma per confermare lo status quo? La Mercedes è pronta a farlo, dall’alto dei punti di forza che le hanno garantito titoli mondiali in serie, fino ad allestire il ciclo tecnico più vincente da che esiste Formula 1: una macchina straordinaria sotto il profilo dell’aerodinamica, un motore forse non perfetto ma comunque più efficiente e affidabile di qualsiasi altro, un pilota come Lewis Hamilton cui vanno concessi tutti i capricci di cui sente il bisogno, visto quanto è poi in grado di garantire in pista. Infine un’organizzazione straordinaria, diremmo anche militare, nell’accezione migliore del termine: ognuno sa esattamente quel che fa, e tutti sono perfettamente collegati tra loro. Mercedes nel recente GP di Abu Dhabi che ha concluso il Mondiale ha avuto certezza della bontà della sua power unit, a dispetto della doppia rottura capitata sull’unità di Bottas: il suo motore 4 ha ceduto paradossalmente dopo una dozzina di chilometri di vita, non per difetti intrinsechi ma per una componente vecchia (probabilmente una MGU-K) arrivata a fine vita. La conferma della bontà di quel progetto è stata confermata dallo straordinario week end di Hamilton: pole position, in testa dalla partenza all’arrivo e addirittura con la chicca del giro più veloce, ottenuto con gomme dure. Un bello stress per un motore che aveva sul gobbone oltre cinquemila chilometri. S’interverrà per disinnescare i surriscaldamenti, i quali comunque grazie a un’oculata gestione hanno dato più patemi d’animo che reali problemi. Carico aerodinamico ce n’è da vendere, tanto che la Mercedes è pronta a rinunciarvi in parte, pur di incrementare l’efficienza aerodinamica, così andando a cercare maggiore velocità di punta. Nessun cambio di percorso, nessun volo pindarico: si procede inesorabilmente sulla strada di successo già ben tracciata, con schemi molto teutonici.