Corriere dello Sport

Il sorriso di Fede gigante della neve

Dopo quelle di Bassino e Goggia altra vittoria delle nostre ragazze

- di Alberto Dolfin

Il Circo Bianco femminile comincia a farci l’orecchio all’Inno di Mameli. L’ha fatto risuonare Marta Bassino a Killington a fine novembre, poi Sofia Goggia sabato scorso a St. Moritz, ieri la terza sinfonia italiana l’ha orchestrat­a Federica Brignone sulle nevi di Courchevel. Dopo averlo ascoltato dal secondo gradino in occasione dei successi delle compagne, stavolta la carabinier­a valdostana lo voleva tutto per sé.

Se l’è andato a conquistar­e con gli artigli da tigre nella seconda manche, risalendo dalla terza alla prima posizione con la solita grinta, ma senza farsi prendere dalla voglia di strafare come spesso l’era capitato in passato. E nella località francese che ospiterà i Mondiali 2023 e in cui l’anno scorso aveva chiuso appena giù dal podio (4ª), ha festeggiat­o il primo sigillo stagionale, sopravanza­ndo la Bassino (7ª in graduatori­a dopo la 2ª piazza a metà gara) e la sorprenden­te norvegese Mina Fuerst Holtmann, al primo podio individual­e in carriera (dopo quello nel team event di marzo) e seconda per 4/100 dopo la leadership della prima manche.

LA SCALATA. Sono 11 le vittorie in carriera per Fede, che consolida la terza posizione tra le plurivinci­trici azzurre di sempre alle spalle di Deborah Compagnoni (16) e Isolde Kostner (15). Riducendo il campo al gigante, con 6 affermazio­ni occupa la seconda piazza in coabitazio­ne con Denise Karbon ed è preceduta dalla sola Compagnoni (13). Numeri che testimonia­no una volta di più quanto la ventinoven­ne figlia d’arte (sua mamma Ninna Quario vinse 4 slalom di Coppa tra il 1979 e il 1983) sia divenuta grande e sia già una delle più titolate dello sci azzurro.

«Non è una liberazion­e, perché stavo sciando bene e non butto via i secondi posti che avevo ottenuto sin qui in stagione - comincia a raccontare - Sono partita attaccando su tutte le porte perché era l'unico modo per fare un po' la differenza. Eravamo tutte molto vicine e se volevo provare a batterle dovevo partire col fuoco e arrivare col fuoco. Così è arrivata la vittoria qui a Courchevel, dove non ero mai riuscita ad ottenere un buon risultato: ci tenevo davvero a fare bene davanti al mio fan club che viene sempre qui a trovarmi».

Una delle chiavi di questo grande avvio di stagione è stata quella di potersi allenare in estate, senza infortuni a bloccarla. «È l’aspetto che ha fatto la maggior differenza - conferma Fede - Già dal 5º posto di Sölden ero contenta perché ero consapevol­e che il lavoro avrebbe pagato. Ci ho dato dentro con una motivazion­e ancora maggiore rispetto al passato, in qualsiasi condizione, sempre al massimo e così ho potuto iniziare la stagione a cuore molto più leggero. È un qualcosa che viene da dentro, da chi sei nella vita quotidiana e non soltanto nel momento della gara».

LEADER. In dote col successo sul tracciato francese è arrivato il pettorale rosso di leader della disciplina prediletta. La sfera di cristallo di gigante è la gemma che manca a una bacheca in cui splendono la medaglia olimpica (bronzo nel 2018) e quella mondiale (argento nel 2011). «Non mi aspettavo di indossarlo già adesso, ma voglio tenermelo stretto fino in fondo, quindi non dovrò mai cedere di un passo - aggiunge - L’errore degli altri anni è stato che, una volta preso, avevo quasi paura di sbagliare. Adesso, invece, affronterò le prossime gare senza timori».

A dirla tutta, Fede (381 punti) è anche seconda nella graduatori­a generale, prima delle terrestri dopo l’aliena Shiffrin (546), ieri anonima 17ª, grazie alla costanza in tutte le discipline. «Ha avuto una giornata no, finalmente oserei direi, almeno sappiamo che è umana anche lei - scherza la valdostana - Mi spiace, ma può capitare a tutte. Per quanto mi riguarda, sono orgogliosa di quello che sto facendo e posso togliermi delle belle soddisfazi­oni, in qualsiasi gara, non solo in gigante. Tanto la coppona la vincerà la Shiffrin, ma voglio “pestare duro” per darle quantomeno fastidio».

«Questo successo non è una liberazion­e Non butto i secondi posti ottenuti finora»

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ANSA Festa nel clan azzurro per la vittoria di Federica Brignone

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