SIMONE NELLA S
Personalità carattere e vocazione alla rimonta Così è nato l’Euroscatto di Inzaghi verso la cima Otto vittorie di fila in A: battendo il Brescia alla ripresa, eguaglierà il record di Eriksson nel 1998/99 «Viviamo un sogno, ma è l’inizio e in passato siamo
Non si è fermato un istante, camminando su e giù davanti alla panchina, urlando e girandosi verso il vice Max Farris e il tattico Mario Cecchi, imprecando e sgolandosi per chiamare le giocate, indirizzare i falli laterali, chiamare le posizioni. Era una furia. Dentro la rimonta della Lazio, Simone ha giocato la sua “partita” alla Sardegna Arena. Già prima del riscaldamento, consumava nervosamente il corridoio davanti allo spogliatoio, tappezzato dalle foto storiche di Gigi Riva e Manlio Scopigno. Sentiva il bivio e ha trasmesso energie straordinarie alla Lazio, nonostante il recentissimo successo da sballo sulla Juve e la finale di Supercoppa alle porte. Il rischio di un calo di tensione, di fronte a una squadra in salute come il Cagliari, era altissimo. Ecco la diversità, la vera svolta del gruppo biancoceleste, a cui Lotito aveva chiesto a metà ottobre uno spirito da combattimento, richiamando tutti alle proprie responsabilità e aprendo la stagione dei doveri e dei risultati da portare a Formello. Rischiava di essere un intervento dirompente, si è trasformato nella scintilla per scatenare un moto d’orgoglio e la reazione positiva da parte di Inzaghi e dei suoi giocatori. E’ venuta fuori la rabbia, la cattiveria, la voglia di non mollare mai (come cantano i tifosi) e di non arrendersi. Otto vittorie di fila più il pareggio (da 0-3 a 3-3) con l’Atalanta. Una scalata pazzesca verso la vetta della classifica. Ieri sera all’Eur per la festa di Natale, Inzaghi ha svelato le proprie ambizioni ricordando la delusione del 2018: «Stiamo vivendo un sogno ma per riuscire a realizzarlo dobbiamo lavorare ancora tanto, siamo solo all’inizio, niente è deciso e in passato, lo sappiamo, siamo stati beffati. Dobbiamo restare concentrati. Ringrazio la società per quello che ha fatto e farà in futuro» forse svelando un desiderio. Il vero scudetto resta la Champions.
CHAMPIONS. La Lazio non perde dal 25 settembre (0-1) con l’Inter. Era nona in classifica alla quinta giornata. Ora occupa il terzo posto e si è tirata su, entrando nella scia di Juve e Inter, distanti appena tre punti. Impresa da applausi. Lunedì è stato superato un bivio. La squadra biancoceleste poteva essere risucchiata, invece ha spedito i rossoblù a meno 7, ha conservato un ampio vantaggio sulla Roma (+4), ha allungato sull’Atalanta (+8) e preso altro terreno su Milan e Napoli
(+15). Solo nelle due stagioni dello scudetto (‘74 e 2000), nel ‘36/37 e nel ‘74/75 la Lazio aveva avuto una classifica migliore del terzo posto alla sedicesima.
OTTO VITTORIE. Inzaghi ha eguagliato le imprese firmate da Rossi nel 2006/07 e da Pioli nel 2014/15, le uniche due volte in cui Lotito ha chiuso al terzo posto. Raggiungerà il primato di Eriksson se riuscirà a battere il Brescia il 5 gennaio. Svennis riuscì a vincerne 9 di fila nel 1998/99, quando finì secondo dietro al Milan. Simone sarebbe arrivato a Roma pochi mesi dopo. Ora guida la Lazio più indomabile di sempre. Solo una volta (con l’Inter) la sua squadra non è riuscita a rimontare una situazione di svantaggio. Miglior attacco del campionato e la capacità di vincere alla distanza. Appena 3 gol presi nel secondo tempo e ben 11 realizzati nell’ultimo quarto d’ora. Come Lipsia, Manchester City e Psg. L’Euro-scatto di Simone. Non sappiamo come finirà. Non si parli più di una Lazio senza carattere.
Realizzati ben 11 gol negli ultimi 15 minuti e solo contro l’Inter non ha rimontato