Corriere dello Sport

Caicedo balla nel recupero È nata la zona Panterone

Quattro gol in A dopo il 90esimo Squadra e tifosi, impazza lo slogan «Amami o faccio un Caicedo»

- Di Daniele Rindone

E’ diventato il bomber dell’attimo fuggente e l’ha trasformat­o nell’attimo graffiante. S’è inventato un suo tempo, è la zona Panterone, viene dopo la zona Cesarini, la oltrepassa. Minuto 97 e 25 secondi, è il momento del gol al Cagliari. Minuti 95 e 91, sono i momenti dei gol a Juve e Sassuolo. Viene alzato il tabellone elettronic­o, entra Caicedo e zac, si segna, si vince. Inzaghi lo invita alla fine, gli trasmette il fluido magico e magnetico, gli dice tocca a te, strapazzal­i, abbatti tutti, butta giù avversari e porte, facci vincere. E così accade. Il Cagliari c’era quasi, era lì lì per prendersi il punto, si sarebbe accontenta­to. Ma non aveva fatto i conti con la zona Panterone, è la zona dell’ultimo giro, dell’ultimo valzer, dell’ultimo tram da prendere al volo. Potenza, prepotenza. La corsa ai gol, per Caicedo, è una corsa contro il tempo che scorre, è una sfida al cronometro. Ognuno sa quando può colpire, dove può arrivare. Il Panterone, a Cagliari, è balzato in cielo sul cross di Jony e quando è atterrato la Lazio era in un altro mondo, vicina a Juve e Inter. I suoi gol all’ultimo brivido hanno aperto nuovi capitoli della storia, hanno regalato alla Lazio punti pesantissi­mi, insperati. L’hanno fatto diventare unico.

GLI INNI. I gol del Panterone hanno un loro tempo e le canzoni a lui dedicate si cantano a tempo: «Amami o faccio un Caicedo», è il murale apparso un anno fa a Roma. E’ diventato uno slogan, è stato scritto sui social lunedì sera dopo il gol del Panterone, è stato cantato sul charter che ha portato la squadra a Roma in nottata, il coro è stato intonato da Immobile e Correa. «Amami o faccio un Caicedo» è la riformulaz­ione del titolo della canzone «Amami o faccio un casino» di Coez, pseudonimo del cantautore Silvano Albanese. «Olè olè Caicè», è invece l’inno cantato nello spogliatoi­o della Sardegna Arena. Tutta la Lazio si è riunita attorno a Caicedo, l’ha accerchiat­o per festeggiar­lo. Il Panterone ha scatenato entusiasmo, è diventato l’asso pigliatutt­o di Inzaghi, dei compagni, dei tifosi. Anna Falchi, lady Lazio, ha coniato la zona Caicedo, detta anche Panterone, e ha dedicato un selfie “nude look” alla sua prodezza. Caicedo ha fatto impazzire tutti già da quando ha fatto il giro dello stadio a torso nudo, dopo essersi strappato di dosso la maglietta come l’incredibil­e Hulk, sfidando i fischi contrari dei tifosi sardi e forse anche qualche insulto, al quale ha risposto mostrando i muscoli.

LAGIOIA. Caicedo è il bomber di scorta (di riserva non è bello dirlo), ha firmato 4 gol entranto dalla panchina, solo Rodriguez del Getafe ha fatto meglio. Il Panterone s’è inventato un altro modo di fare gol, li segna quando nessuno ci riesce più: «Ci abbiamo creduto fino all’ultimo», ha detto a Cagliari, alla fine della corsa. E ha svelato il vero segreto che anima questa Lazio infinita: «Questa squadra ha imparato molto, siamo diventati bravi a giocarci ogni partita fino alla fine. Sono contento per il mio gol, credo che il gruppo meriti tutto questo. Sappiamo che la strada è ancora lunga, stiamo bene e dobbiamo continuare così. Non posso parlare di scudetto, ma è giusto che la gente ne parli». Ci sono sprint che tagliano ogni traguardo e svelano ogni parola.

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