Corriere dello Sport

Chiesa verso il no, oggi si decide

- Di Francesco Gensini

La Roma si avvicina a grande velocità e lo stesso non si può dire del recupero di Federico Chiesa, uscito malconcio domenica sera a causa della contusione alla caviglia e di un pestone che tutt’ora ne mettono in dubbio la presenza venerdì sera contro la squadra gialloross­a. Dubbio naturale, quasi scontato, perché indotto dal fatto che anche ieri il numero 25 viola ha svolto soltanto terapie e questo a tre giorni dalla partita non può certamente indurre all’ottimismo sfrenato. E’ chiaro che si tratta del protocollo abituale di tali situazioni cliniche, ma il pochissimo tempo a disposizio­ne da un lato complica i piani e dall’altro allontana la possibilit­à di vedere Chiesa in campo. Oggi la risposta definitiva legata al rientro o meno in gruppo del 22enne attaccante figlio d’arte.

A TUTTA FORZA. Per il resto, Ribery ovviamente escluso, prosegue a ranghi compatti il percorso d’avviciname­nto all’anticipo che chiuderà il 2019 della Fiorentina, compresi Castrovill­i e Dragowski che hanno subito messo alle spalle lievi problemi fisici e sono pronti ad occupare il posto che compete loro. Seppur ci siano già buone indicazion­i, è ancora presto per ipotizzare le scelte che può fare Montella sia dal punto di vista tattico che degli uomini nell’undici titolare: come base si riparte dalla formazione che ha pareggiato contro l’Inter sempre tenendo conto dell’incertezza che riguarda il succitato Chiesa, ma ovviamente Vlahovic spinge per una maglia dal primo minuto e il bellissimo gol dell’1-1 è un attestato di merito che gioca a suo favore. Poi, il tecnico viola sta ragionando sull’ipotesi di modificare qualcosa sulle fasce per contrastar­e l’attacco di Fonseca, mentre a centrocamp­o la formula che prevede Badelj tra Pulgar e Castrovill­i (stavolta “liberato” da compiti di controllo del portatore di palla avversario) è tuttora quella da preferire. Per questo e per tutto il resto servono le verifiche e le conferme dei due allenament­i che rimangono.

IL RICORDO DI BRUNO. Intanto, dopo il tributo della Curva Fiesole con la coreografi­a a lui dedicata, nessuno in città ha dimenticat­o Bruno Beatrice, “il mastino” del centrocamp­o viola scomparso il 16 dicembre 1987 per una leucemia linfoblast­ica provocata da una ripetuta terapia a base di raggi a cui era stato sottoposto per curare la pubalgia: la missione è quella di non far calare il silenzio su questa vicenda e nei prossimi mesi si attende il termine di una lunghissim­a causa civile portata avanti dalla famiglia.

Anche ieri soltanto terapie per Federico Ok Dragowski e Castrovill­ari

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ANSA Chiesa a terra, durante la partita di domenica con l’Inter

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