Corriere dello Sport

Il nuovo colosso dell’auto

Dalla fusione tra l’ex Fiat e la Peugeot nasce il quarto gruppo mondiale Nel Cda anche due operai

- di Pasquale Di Santillo

«Auguro a John e Tavares di essere sempre l’uno con l’altro come Batman e Robin»

Lapo Elkann, fratello di John LAPRESSE

«Abbiamo un tratto comune: quello di guardare alle sfide come un’opportunit­à»

Mike Manley CEO di FCA LAPRESSE

«Siamo orgogliosi di quello che abbiamo fatto Andremo verso una mobilità ecologica»

Carlos Tavares CEO di PSA ANSA

Sarà il quarto gruppo mondiale per la produzione. E’ già il terzo per fatturati

John Elkann presidente, Tavares Ceo, la sede in Olanda. Nel CdA anche due rappresent­anti dei lavoratori. Operazione da 50 miliardi di euro

Mettere d’accordo italiani e francesi è un po’ come far andare a braccetto il diavolo e l’acqua santa, romanisti e laziali, milanisti e interisti, lavoratori e aziende, e tutte le più accese rivalità che vi vengono in mente in qualsiasi campo. Eppure, al netto delle controvers­ie sempre sul tavolo tra chi preferisce champagne o prosecco, foie gras o carbonara, quello andato in onda ieri è un evento dalla portata storica, che va ben oltre la cortese antipatia (abbastanza generalizz­ata) per i cugini d’oltralpe.

FCA e PSA si uniscono in matrimonio e sull’altare di una fusione da 50 miliardi (che verrà definita in ogni dettaglio entro 12-15 mesi) dopo l’annuncio della trattativa in corso, lo scorso 31 ottobre. Ma aver concluso fondamenta, pareti e tetto in meno di 50 giorni, a questo villaggio allargato che sarà la nuova formazione, figlia di una fusione alla pari sulla carta, un po’ più francese nella realtà, è qualcosa di difficilme­nte definibile tra le cose terrene. Il termine giusto sarebbe miracoloso nella sua interezza, ma anche solo consideran­do un piccolo retroscena. Quando il 27 maggio scorso, FCA e Renault annunciaro­no la loro fusione, poi tramontata a causa dell’opposizion­e del governo francese e di Nissan,

socio di Renault, Carlo Tavares la bollò in maniera durissima, definendo la transazion­e “particolar­mente opportunis­tica, un’acquisizio­ne virtuale da parte di Renault”. A meno di 8 mesi di distanza, lo stesso Tavares è il primo ad esultare insieme all’amico Mike Manley, ad di FCA per la conclusion­e di una trattativa che probabilme­nte è quella più logica, per tante ragioni. A cominciare dal rapporto tra le famiglie Agnelli e Peugeot, che non a caso proprio nei giorni della “liason” con Renault continuava­no a parlare e vedersi con John Elkann e Robert Peugeot a casa di quest’ultimo e poi, ripetutame­nte a pranzo a Parigi. Non a caso le voci di un intenso feeling FCA-PSA circolavan­o nell’ambiente dal 2016, quando lo stesso Tavares si disse pronto a fare il n.2 di Marchionne senza ricevere un adeguato feed back, per poi riaccender­si all’ultimo salone di Ginevra con lo scambio di battute a distanza tra i due amici Manley-Tavares.

Alla fine, la corrispond­enza d’amorosi sensi è andata in porto: e ieri di buon mattina le parti in causa hanno firmato il memorandum d’intesa annunciato a fine ottobre. Firma annunciata lunedì dal via libera della famiglia Peugeot e martedì da quello dei due CdA. La morale ormai la conoscono tutti: nasce il quarto gruppo Mondiale (il secondo europeo) per la produzione di automobili, dietro a Volkswagen, Toyota e Renault-Nissan, anche se è già il terzo consideran­do i fatturati...

E a occhio nasce bene. Saranno pure parole doverose in questa fase, in attesa del closing definitvo dell’operazione, ma sentirsi ripetere che la fusione è stata pensata senza considerar­e la chiusura di stabilimen­ti e mettendo due rappresent­anti dei lavoratori, nel nuovo CdA a 11, beh, è un confortant­e punto di partenza. Il CdA della nuova società cui verrà dato anche un nuovo nome, come già si sapeva avrà 5 elementi per parte, con John Elkann che fa parte dei 5 di FCA e resta Presidente, mentre Tavares sarà il CEO, già capace di risollevar­e le sorti di PSA e riportare in positivo i conti di Opel. Allo stesso tempo, locomotiva e ago della bilancia. Il nascente gruppo, avrà sede in Olanda e sarà quotato a Milano, Parigi e Wall Street.

Parliamo di un costruttor­e da quasi 9 milioni di auto l’anno (8,7), 170 milioni di ricavi , molto bel bilanciati (46% Europa, 43% Nord America) e un utile operativo di 11 miliardi.

Per quanto riguarda le quote, i cinesi di Donfeng scenderann­o nel capitale societario dal 12,2% di oggi al 4,5. La famiglia Peugeot ne potrà rilevare una parte, mentre PSA acquisterà 30,7 milioni di azioni in possesso di Donfeng per cancellarl­e. Le quote della famiglia Peugeot e dello Stato francese arriverann­o così ad un totale sommato di circa 14%., lo stesso di Exor.

Prima del closing, FCA distribuir­à ai propri azionisti un dividendo speciale di 5,5 miliardi di euro mentre. In più, FCA e PSA distribuir­anno ciascuna un dividendo ordinario di 1,1 miliardi di euro nel 2020, relativo all’esercizio 2019. Rispetto ai primi accordi, lo scorporo di Comau avverrà dopo la fusione a vantaggio di tutti i soci e non solo quelli di FCA.

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