Ecco Abete alla guida della Lega
Nominato commissario dopo le dimissioni di Cicala. Entro marzo la nuova governance
In un clima di sospetti e veleni la missione è quella di risolvere l’ennesima crisi di via Rosellini
Giancarlo Abete l’Equilibratore. Il Traghettatore magari, «a tempo, senza rivendicare prospettive di ruoli futuri». Di sicuro da ieri, neo Commissario ad acta della Lega di A, dopo la nomina del Consiglio Federale straordinario, convocato per mettere l’ennesima pezza sull’abito eternamente strappato dalle forze contrapposte che albergano stabilmente in via Rosellini. ll mandato assegnatogli (con l’astensione della Lega di B nella persona del presidete Balata), terminerà il 10 marzo 2020, con la speranza, più o meno pia, che l’8 gennaio prossimo a Milano i presidenti riescano nel miracolo di eleggere un nuovo numero uno, dopo le dimissioni di Gaetano Micciché, tutt’altro che pacifiche. E il clima ancora è lontano dall’essere influenzato dal periodo natalizio. Intanto l’uscita del primo commissario, indicato dalla Figc dopo la recente crisi presidenziale, Mario Cicala, è stata piuttosto burrascosa. Gravina lo aveva “spinto” alle dimissioni, arrivate per lettera ieri, un attimo prima che il CF ne decretasse la decadenza, constatando la fine del rapporto fiduciario tra le parti. Aver scoperto che Cicala fosse stato cooptato dalla Lazio di Lotito (che lo aveva destinato al ruolo di supplente nel Consiglio di Sorveglianza del Club) senza averne comunicazione non aveva lasciato dubbi nel presidente federale sulla necessità di un cambio in un ruolo tanto delicato. Acidissima la replica dell’ex magistrato che si è detto «malamente stupito dalla sfacciataggine con cui è stata strumentalizzata la mia disponibilità verso la Lazio, mai concretata in un rapporti di collaborazione né tantomeno ha comporatato alcun compenso». E dal modo furente con cui Lotito ha lasciato ieri il palazzo di via Allegri c’è da pensare che la vicenda non si rasserenerà facilmente. E’ pur vero che se c’è un dirigente federale di alto profilo attrezzato a una simile sfida questo è appunto Abete. «Una persona di grande equilibrio e di esperienza che già conosce il nostro mondo perfettamente e così le dinamiche della Lega, un uomo equidistante» è stato il commento con cui Gravina ha accompagnato la scelta del suo predecessore.
RETROSCENA. Che per parte sua lavorerà per cercare di trovare una soluzione al pasticciaccio elettorale del 19 marzo 2018 in via Rosellini, che portò all’elezione di Micciché. Ieri sul tavolo del CF è arrivata la relazione della Procura Federale in merito a quella Assemblea. Vi si parla di “plurime irregolarità”. Non solo quella scelta si svolse per acclamazione (non scrutinando le schede con i voti espressi dai presidenti) ma in precedenza l’Assembela aveva modificato il proprio Statuto, appicandolo subito, senza attendere l’approvazione della Figc (arrivata dopo una settimana), in questo caso organo di controllo. Tutto questo formalmente non taglia fuori un possibile “ripescaggio” di Micciché, così come potrebbe essere riproposto Del Pino, mancato presidente per un voto nei giorni scorsi. L’8 gennaio, se saranno presenti almeno 14 dei 20 presidenti, potrebbe bastare la maggioranza semplice degli aventi diritto (11 su 20) per eleggere il nuovo presidente della Lega. La madre di tutte le battaglie, ovvero quella sui diritti tv, lo aspetta. Abete farà di tutto per lasciargliela.