Tare: Noi alla pari con la Juventus
Il discorso di Lotito al mondo per mostrare il vero volto della Lazio. Il discorso di Tare al mondo Lazio per non rischiare un eccesso di fermento: «E’ un momento bello, magico, va salvaguardato. Ma soprattutto va capito che c’è una strada lunga davanti a noi, dobbiamo essere bravi a proseguire in questo cammino difficile», s’è raccomandato il diesse. La Lazio è dove mai prima d’ora aveva sognato di essere. E’ la Lazio che Tare ha sempre sognato di costruire e di vedere. Il diesse, dopo la cena di Natale, ha ammesso d’essere elettrizzato. L’intensità delle emozioni e delle tentazioni è forte anche per lui: «Mi piace essere entusiasta, mi piace pensare di lottare per lo scudetto, ma dobbiamo essere cauti. Il cammino è ancora lungo. Le altre squadre sono state costruite in maniera diversa. Noi dobbiamo restare con i piedi per terra sperando che la nostra gente ci sostenga numericamente allo stadio». La Supercoppa non è solo il gusto di un sogno: «Dobbiamo cercare di vincerla, questa Lazio se la può giocare alla pari con la Juventus».
L’ATMOSFERA. Ha parlato lo stato maggiore. Tare ama questa Lazio perché è spinta dall’entusiasmo che incarna: «La cena di Natale è stata svolta in una serata speciale, è stata una festa che ci ha riunito tutti quanti, con le famiglie, con i nostri cari. C’era il giusto entusiasmo, lo stesso che stiamo vivendo in questo periodo». Prima della vittoria di Cagliari s’era lamentato per le differenze di giudizio, ma si sono capovolte così come è cambiata la classifica: «Il gol di Caicedo al 98' non mi ha fatto cambiare idea. Viviamo in una città in cui si passa in un attimo dalle stelle alle stalle. Ci vuole equilibrio. Noi eravamo consapevoli della forza di questo gruppo. La preparazione estiva è stata la migliore da quando faccio questo mestiere. Questa squadra non nasce oggi, ha radici solide nel tempo. Adesso i risultati sono dalla nostra parte, non ci dobbiamo fermare». C’è stata una svolta: «Ci servivano tempo e la partita giusta, è stata quella contro l’Atalanta». Tare rimpiange l’uscita dall’Europa, non ha concesso giustificazioni né alibi: «Siamo usciti per demeriti nostri. E la vittoria col Cagliari è arrivata perché c’è stato lo spirito giusto. E’ questo che fa la differenza, è ciò che era mancato al gruppo».
L’ELOGIO. Di Tare, ieri, ha parlato
Lotito. Una giornalista albanese ha chiesto al presidente di raccontare la sua escalation: «A Tare ho offerto il ruolo di direttore sportivo perché l’avevo valutato come una persona di grande qualità, il tempo gli ha consentito ci crescere, di maturare nel ruolo, è così per tutti. Igli aveva le peculiarità per fare ciò che sta facendo, io lo avevo intuito. E’ una persona applicata, che lavora, trasparente, perbene, ho un grande rapporto affettivo. Nel calcio, le vittorie, sono le vittorie di tutti, così come le sconfitte. E’ troppo facile dire i successi sono di questo o quello. E’ un lavoro di squadra, il calcio è un gioco di gruppo. Igli Tare ha un valore aggiuntivo».
«In Arabia promuoveremo iniziative sociali per le donne Noi portiamo lo show, loro devono garantire diritti»
«Coniugo risultati e bilancio, non chiedo soldi ai piccoli azionisti. Obiettivi? Pensiamo gara dopo gara, cresceremo anche in Europa»
«Scudetto? Mi piace l’idea di poter lottare, le altre sono costruite in modo diverso»