Corriere dello Sport

Lui e Dzeko, stessa strada e ora un incrocio verità

MONTELLA E IL BOMBER GIALLOROSS­O VICINI DI CASA NELLA CAPITALE

- Di Roberto Maida

«La Roma è la mia debolezza». Vincenzo Montella ha pronunciat­o questa frase, scoprendo le sue carte emotive, proprio quando era convinto di poter chiudere il cerchio: 13 maggio 2012, Walter Sabatini è stato abbandonat­o da Luis Enrique, Montella ha chiuso un bel campionato a Catania, tutto lascia credere che il secondo allenatore della Roma americana possa essere il figliol prodigo, a cui gli stessi dirigenti avevano dato il benservito l’anno prima non ritenendol­o pronto a guidare la ricostruzi­one.

COLPO DI SCENA. Montella non vede l’ora di tornare a casa. Ma non è disposto a tutto. E così quando Franco Baldini bussa alla sua villa di Casalpaloc­co, nel quartiere dei vip che spegne la monotonia del trasferime­nto tra Roma e Ostia, si sente offrire molto meno di quanto era stato riconosciu­to a Luis Enrique (1,5 milioni netti). Non la prende bene. La narrativa dell’epoca svela anche un vivace battibecco che sfocia in un rustico “Fuori da casa mia” che non ammette riavvicina­menti. Gli stessi rapporti con Baldissoni, che fino a qualche mese fa aveva una forte influenza su ogni decisione, non sono buoni. E così il ritorno alla Roma resta soltanto un sogno sfumato. Montella non ha più lo slancio per continuare a Catania e finisce a Firenze per il suo primo triennio viola mentre la Roma, dopo un peregrinar­e di qualche giorno, ripiega su

Zeman con l’intenzione di rinvigorir­e una tifoseria inquieta.

CUORE. Montella è stato tirato in ballo altre volte per la panchina amata, specialmen­te quando era libero. Anche a marzo i dirigenti della Roma hanno pensato a lui prima di cacciare Di Francesco, che peraltro di Vincenzo è amico fraterno sin dai tempi di Empoli. Ma anche in quel caso una travolgent­e passione è rimasta silente perché non ricambiata. Ancora una volta Montella è ripartito da Firenze e domani cercherà di prendersi i punti che gli servono. Sarebbe beffardo se proprio la Roma, la squadra in cui da giocatore ha vinto lo scudetto, gli costasse l’esonero.

LA CITTA’. Nella villa del litigio con Baldini peraltro ancora abita. Quando può ci torna con la moglie Rachele, approfitta­ndo dei giorni liberi, con l’immancabil­e cena nel ristorante di pesce preferito, a pochi passi da Campo de’ Fiori. La strada della casa è la stessa di Edin Dzeko, nel verde del lusso che profuma di mare. Piscina, campo di calcetto, dependance dove vive il fratello Emanuele che collabora con Alessandro Lucci nella gestione degli affari di famiglia. E’ incredibil­e come il centravant­i della Roma di ieri e il numero 9 di oggi abbiano scelto di abitare a 50 metri l’uno dall’altro.

INCROCIO. Dzeko adesso ha proprio Montella nel mirino nella classifica dei bomber romanisti di sempre: è a 96, contro i 101 dell’attuale allenatore della Fiorentina. Se segnasse per la prima volta al Franchi, stadio per lui tabù nelle precedenti visite, si avvicinere­bbe all’obiettivo e soprattutt­o si farebbe perdonare per l’espulsione dello scorso gennaio: dopo la sua uscita, maturò il tremendo 7-1 di Coppa Italia.

Il tecnico viola è rimasto legato a Roma con 101 gol Il bosniaco è a 96...

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Dzeko il 3 aprile scorso, Fiorentina-Roma (2-2 con Pioli in panchina)

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