Quel bambino di 13 anni che conosce la sua storia
C’è qualcosa che ama più di ogni record
Il ruolo di presidente, seppure non ufficiale, lo aveva già ricoperto in un periodo difficilissimo per la società Cagliari calcio, verso la metà degli anni Ottanta. Si trattava di andare avanti senza una lira, dopo gli sconquassi della gestione Moi che aveva fatto seguito ad un’altra gestione poco fortunata, quella di Amarugi. La squadra si barcamenava alla meno peggio in Serie B fin quando non arrivò addirittura la retrocessione in terza serie. Gigi Riva allora fu bravo a stringere i denti e a non far scomparire il suo amato Cagliari fin quando la famiglia Orrù non seppe farsi carico di tutto. Il bomber a sua volta lasciò in buone mani e andò a fare il team manager e capo delegazione in nazionale, la sua seconda casa dopo quella rossoblù.
La nomina a presidente onorario conferitagli daTommaso Giulini giunge come ennesimo riconoscimento per un uomo che in Sardegna per decenni è stato messo a fianco ai santini nelle pareti, come un’entità da venerare. A 75 anni Gigi è tornato all’antico, quando, appena arrivato, non spiccicava una parola o quasi. Per timidezza allora, perché così si vive meglio e senza stress, pensa ai giorni nostri. Naturalmente per la gente isolana non è cambiato nulla. L’ha sempre amato per quello che è: una persona seria, uno che non bara, uno di cui ti può fidare. Così hanno fatto generazioni di bambini ed è stata una fede ben riposta.
Mai una caduta di stile, mai una debolezza umana (sigarette a parte), mai un sotterfugio. «E’ soprattutto una persona seria» dicevano e continuano a dire di lui. Ed è questo, ancor oggi, l’apprezzamento che più gli sta a cuore. Il calciatore ancora a distanza da quasi 44 anni dal suo