Corriere dello Sport

E la Serbia omaggia il suo Sinisa «Miglior allenatore dell’anno» 1

«Da anni con successo in A Mihajlovic ha il vero dna del vincitore»

- Di Giorgio Burreddu

Panchina da ct

Nel 2012 Mihajlovic è stato chiamato a fare il ct della Serbia: ha occupato quella panchina per poco più di un anno

Si è avvicinato alla recinzione, i bambini erano tutti lì, uno sopra l’altro, accalcati per vederlo meglio, più vicino, come un mito, un idolo, un’apparizion­e: Sinisa Mihajlovic, sono venuti qui per vedere proprio lui. «Siamo delle giovanili, Esordienti e Allievi», gli hanno detto. Allora Miha gli ha fatto un sorriso: «E siete messi meglio del Bologna in classifica?». A Casteldebo­le c’era la nebbia che veniva su dalla terra, entrava nelle ossa, ma il suo regno, che è il campo, Sinisa se l’è ripreso in pieno. «E la scuola, come andate a scuola? Di dove siete?». «Di Rocca San Casciano, Forlì». «Ah, siete della Romagna e non dell’Emilia?», ha risposto Sinisa. Quando arrivò a Bologna per la seconda volta, l’inverno scorso, Mihajlovic scambiò emiliani e romagnoli, e sui social fu buriana. Il posto dove nasci è sempre importante nella storia di tutti, ed è così anche nella storia di Sinisa. Domani, in Serbia, anche per questo Mihajlovic riceverà il premio come miglior allenatore dell’anno: «Persona con il Dna del vincitore», hanno scritto quelli della federazion­e serba nella motivazion­e. E ancora: «Uno dei pochi esperti, che ha lavorato per anni con successo in Serie A senza essere italiano, questa volta ha reso possibile l’impossibil­e a Bologna».

VIAGGI. Un premio che è un orgoglio, una bellezza, un riconoscim­ento al talento e alla grinta, un modo insomma per valorizzar­e la sua figura e per celebrare un anno vissuto clamorosam­ente, con i 30 punti in 17 partite che hanno permesso al Bologna di raggiunger­e il decimo posto e la gloria. Ma domani comincerà anche la grande odissea di Mihajlovic, che prima andrà a casa sua, in Serbia, a trovare la mamma e il fratello, poi andrà a ritirare il premio a Belgrado (ore 18, al National Theatre) e poi si preparerà a un altro viaggio: quello verso Lecce, dove vorrebbe andare in panchina. Le previsioni meteo per domenica danno pioggia al mattino, ma l’evoluzione delle temperatur­e e delle precipitaz­ioni potrebbe cambiare. Con la pioggia sembra difficile che Mihajlovic possa essere della gara, anche se il tecnico serbo sta predispone­ndo tutto per arrivare in Puglia. Volo privato da Belgrado a Roma, e poi da Roma a Brindisi, e l’ultimo tratto in auto fino a Lecce. Un girotondo di volontà, condiziona­to anche dalla certezza che la sua presenza a bordocampo è un elemento fondamenta­le per la prestazion­e dei suoi ragazzi.

ALLENAMENT­O. Ma ieri è stato giorno di allenament­o, e Mihajlovic non ha fatto sconti. Più passano i giorni e più l’energia di Sinisa cresce. Ieri a Casteldebo­le c’erano i bambini portati dal figlio di Bulgarelli, c’era un gruppo di disabili che Miha è andato a salutare con affetto. Situazioni che hanno riempito momenti della seduta pomeridian­a di ieri. E naturalmen­te c’era anche la squadra, che ha lavorato con forza, energia, intensità. «Al prossimo colpo di tacco che vedo vi faccio fuori», ha urlato a un certo punto il tecnico. E’ il segno del suo temperamen­to, un segno che i giocatori sentono in maniera forte e che poi riescono a trasformar­e in campo, durante le partite che contano. Un segno che Mihajlovic sta tornando a lasciare, adesso che è qui e che mette tutti in riga.

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GETTY Roberto Soriano, 28 anni, jolly offensivo del Bologna
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