E la Serbia omaggia il suo Sinisa «Miglior allenatore dell’anno» 1
«Da anni con successo in A Mihajlovic ha il vero dna del vincitore»
Panchina da ct
Nel 2012 Mihajlovic è stato chiamato a fare il ct della Serbia: ha occupato quella panchina per poco più di un anno
Si è avvicinato alla recinzione, i bambini erano tutti lì, uno sopra l’altro, accalcati per vederlo meglio, più vicino, come un mito, un idolo, un’apparizione: Sinisa Mihajlovic, sono venuti qui per vedere proprio lui. «Siamo delle giovanili, Esordienti e Allievi», gli hanno detto. Allora Miha gli ha fatto un sorriso: «E siete messi meglio del Bologna in classifica?». A Casteldebole c’era la nebbia che veniva su dalla terra, entrava nelle ossa, ma il suo regno, che è il campo, Sinisa se l’è ripreso in pieno. «E la scuola, come andate a scuola? Di dove siete?». «Di Rocca San Casciano, Forlì». «Ah, siete della Romagna e non dell’Emilia?», ha risposto Sinisa. Quando arrivò a Bologna per la seconda volta, l’inverno scorso, Mihajlovic scambiò emiliani e romagnoli, e sui social fu buriana. Il posto dove nasci è sempre importante nella storia di tutti, ed è così anche nella storia di Sinisa. Domani, in Serbia, anche per questo Mihajlovic riceverà il premio come miglior allenatore dell’anno: «Persona con il Dna del vincitore», hanno scritto quelli della federazione serba nella motivazione. E ancora: «Uno dei pochi esperti, che ha lavorato per anni con successo in Serie A senza essere italiano, questa volta ha reso possibile l’impossibile a Bologna».
VIAGGI. Un premio che è un orgoglio, una bellezza, un riconoscimento al talento e alla grinta, un modo insomma per valorizzare la sua figura e per celebrare un anno vissuto clamorosamente, con i 30 punti in 17 partite che hanno permesso al Bologna di raggiungere il decimo posto e la gloria. Ma domani comincerà anche la grande odissea di Mihajlovic, che prima andrà a casa sua, in Serbia, a trovare la mamma e il fratello, poi andrà a ritirare il premio a Belgrado (ore 18, al National Theatre) e poi si preparerà a un altro viaggio: quello verso Lecce, dove vorrebbe andare in panchina. Le previsioni meteo per domenica danno pioggia al mattino, ma l’evoluzione delle temperature e delle precipitazioni potrebbe cambiare. Con la pioggia sembra difficile che Mihajlovic possa essere della gara, anche se il tecnico serbo sta predisponendo tutto per arrivare in Puglia. Volo privato da Belgrado a Roma, e poi da Roma a Brindisi, e l’ultimo tratto in auto fino a Lecce. Un girotondo di volontà, condizionato anche dalla certezza che la sua presenza a bordocampo è un elemento fondamentale per la prestazione dei suoi ragazzi.
ALLENAMENTO. Ma ieri è stato giorno di allenamento, e Mihajlovic non ha fatto sconti. Più passano i giorni e più l’energia di Sinisa cresce. Ieri a Casteldebole c’erano i bambini portati dal figlio di Bulgarelli, c’era un gruppo di disabili che Miha è andato a salutare con affetto. Situazioni che hanno riempito momenti della seduta pomeridiana di ieri. E naturalmente c’era anche la squadra, che ha lavorato con forza, energia, intensità. «Al prossimo colpo di tacco che vedo vi faccio fuori», ha urlato a un certo punto il tecnico. E’ il segno del suo temperamento, un segno che i giocatori sentono in maniera forte e che poi riescono a trasformare in campo, durante le partite che contano. Un segno che Mihajlovic sta tornando a lasciare, adesso che è qui e che mette tutti in riga.