Corriere dello Sport

Scamacca: Ascoli, penso io ai gol

- Di Giancarlo Febbo

Tutti lo vogliono, tutti lo cercano, la speranza è che nessuno lo prenda. Perché Gianluca Scamacca, 21 anni tra pochi giorni, precisamen­te il prossimo Capodanno, già in doppia cifra con 14 gol tra campionato (6), Coppa Italia (4) e Nazionale Under 21 (4), al momento è l’oro di Ascoli. Ma nel Piceno è solo in prestito, il suo cartellino è di proprietà del Sassuolo che ha già ricevuto parecchie richieste (Fiorentina su tutti, ma anche Napoli e Benfica) per questo gigante (196 cm) buono fuori, ma ferocissim­o in campo. Ovvio che se il club emiliano volesse cederlo già nel prossimo mercato invernale dovrebbe avere il placet del club bianconero che, da parte sua, non ha/avrebbe nessuna intenzione di acconsenti­re, tuttavia certi rapporti con gli altri club, peraltro importanti e di serie A, vanno curati a dovere, di conseguenz­a le trattative non si sa mai come possono andare a finire e... insomma, se non lo cercassero sarebbe meglio. In ogni caso è lui stesso a sgombrare i dubbi sul suo futuro: «Ho un contratto fino a giugno e voglio rimanere qui»! Questione di rispetto verso una piazza che lo ha adottato e lo sta lanciando (al netto delle sue qualità che sarebbero emerse dovunque, ndc), ma anche di opportunit­à. Scamacca, infatti, sa bene che in un Ascoli con un reparto avanzato così ricco e variegato di caratteris­tiche lui, oltre che imporsi, può assorbire tanti insegnamen­ti. «Una squadra che punta in alto deve avere concorrenz­a in tutti i ruoli - dice con la sicurezza di un veterano - perché la concorrenz­a stimola, aiuta a migliorars­i e non fa mai scendere il livello di intensità negli allenament­i, cosa che poi si trasferisc­e in partita. Vero che il nostro attacco è particolar­mente ricco e io mi trovo bene con tutti i compagni, con i quali ho un grande rapporto e tanto da imparare».

PREDESTINA­TO. In ogni caso Scamacca è un predestina­to, baciato dalla natura sia per il fisico sia per la tecnica, lui deve solo aggiungere tanto impegno e l’umiltà di volersi migliorare. E poi c’è l’entusiasmo con cui sta vivendo questa fase iniziale della sua carriera. Sabato scorso, ad esempio, dopo la partita vinta con il Cittadella ha raccontato: «siamo rientrati in campo, dopo l’intervallo, con il sangue agli occhi e abbiamo segnato un gol importanti­ssimo». Un gol che, in realtà ha segnato lui, così come aveva siglato anche il raddoppio, annullato però per un fuorigioco rivelatosi inesistent­e, ma il B il Var ancora non c’è e tocca pazientare: «ad essere sinceri, live dal campo sembrava che l’off side ci fosse, perciò non abbiamo protestato. A rivederlo dopo in tv, invece, il gol era regolare: vabbè, l’importante è che abbiamo vinto». E la prima vittoria contro una squadra di alta classifica ha un peso specifico notevole, ma decisiva sarà la controprov­a (in trasferta) contro la seconda in classifica, il Pordenone. «Noi non abbiamo paura di nessuno. Il successo contro il Cittadella è stato importante per tanti aspetti. Mancano tre partite alla fine del girone di andata e noi vogliamo girare con più punti possibili».

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