Corriere dello Sport

SAINZ, 30 ANNI DA CAMPIONE

Nel 1990 conquistav­a il primo Mondiale nei rally, ieri il terzo centro nella Dakar Storia di un fenomeno, nei trionfi e nelle sconfitte. Fu lanciato da Ezpeleta

- Di Fulvio Solms

A 57 anni Carlos il Grande vince con la Mini. Il suo primo tifoso è un pilota McLaren... suo figlio

Era l’anno di grazia 1991 e l’automobili­smo presentava al mondo il suo volto migliore, allungando­gli un biglietto da visita double face. Da una parte un pilota straordina­rio di Formula 1 per velocità, senso tattico, carisma, culto del fisico, metodo, regolarità. Di una spanna sopra a tutti gli altri. Sull’altra faccia del biglietto un rallista con qualità analoghe. Ayrton Senna e Carlos Sainz. Sicché ringraziam­o tutto ciò oggi ci consente di ammirare Sainz - il padre!, che ora bisogna specificar­e -, ieri per la terza volta vincitore della Dakar. In Arabia dopo averlo già fatto in Sudamerica. Con la Mini dopo aver già corso con Ford, Toyota, Subaru, Citroën, Volkswagen, Peugeot. Ah, la Lancia Delta HF Integrale dei tempi belli. Scusate se è pochino.

UOMO RAGNO. Oggi, a 57 anni e con un figlio carico di talento in Formula 1, Sainz Senior è in grado di dare il meglio di sé: scrupoloso cultore del proprio corpo, nei raid riesce a mostrare doti di acrobazia affinate in trentadue anni vissuti al top. L’Uomo Ragno dei motori ha mille fili che gli consentono di balzare dai rally alle moto, dai raid alla Formula 1.

Sapete chi era il suo primo manager, il capo di Ford Spagna che nel 1987 gli permise di esordire nel Mondiale, esattament­e nel Rally del Portogallo dove lui non perse tempo e vinse la prima prova speciale? Carmelo Ezpeleta, oggi gran burattinai­o della moto. «Senza il suo aiuto e la sua fiducia - sono parole di Carlos - non sarei mai riuscito ad arrivare in alto». Dunque se uno più uno fa due, Ezpeleta si porta dietro anche la colpa (si scherza eh?) di Carlitos in Formula 1, e magari un giorno alla Ferrari.

E sapete chi era il capo del progetto Ford Focus, con cui Sainz Senior correva nel 2000? Günther Steiner, oggi team principal della Haas in Formula 1.

E se Sainz il Grande è sempre stato un campione nelle vittorie (primo latino a imporsi in rally mitici del nord: il Mille Laghi in Finlandia e il RAC in Gran Bretagna), è stato un puro fuoriclass­e nelle sconfitte. Si direbbe addirittur­a che abbia dato il meglio di sé nei momenti più neri della carriera. E mai una polemica, mai un’accusa strumental­e, mai un alibi usato per scrollarsi qualche responsabi­lità di dosso. Spesso ha anteposto il successo della squadra a quello suo personale.

PERSI ALLA GRANDE. Il Mondiale rally lo ha vinto nel 1990 e nel 1992 e dunque se il pallottoli­ere non è rotto, tra il primo titolo e questa Dakar ballano tre decenni. Ma di Mondiali ne ha anche persi per un nonnulla: nel 1991 (lo ricordiamo quell’anno a Perth in Australia dopo un capottamen­to in cui la sua Toyota Celica si era ribaltata sei volte tra decollo e atterraggi­o, in un volo a campata unica tra gli eucalipti di Bunnings: calmo, serafico come uno che s’è appena scrollato di dosso la polvere dopo un inciampo), e poi nel 1994, e nel 1995, e nel 1998. Quest’ultima occasione fu la più crudele. Ancora con Toyota, che nell’ultima prova speciale dell’ultima tappa dell’ultimo rally del campionato, a duecento metri dal traguardo finì col motore arrosto. Brulé anche il titolo. In Galles l’austero Castello di Margam assistette a una singolare scena: una macchina col cofano aperto e una colonna di fumo, un uomo che prende a calci la vettura - Luis Moya, storico navigatore del nostro - e un altro seduto ai bordi della strada, a inzuppare di lacrime i palmi delle mani. Signori, Carlos Sainz.

Figlio dell’alta borghesia madrilena (e irriducibi­le sostenitor­e del Real), proprietar­io di kartodromi e palestre, produttore di vini, è molto amico di Fernando Alonso, cui ha dispensato qualche buon consiglio per aiutarlo ad andar forte nei deserti, così ricambiand­o la mano tesa di Alonso nei confronti di suo figlio, il Carlos giovane oggi alla McLaren. Chiaro dunque che questa bella storia di sport, uomini, motori, autodromi, sabbia e puzzo di freni, abbia altre pagine da proporci.

Mai una polemica, ha anteposto i successi della squadra ai suoi Leader nel business

 ??  ??
 ?? ANSA ?? Festa grande per Carlos Sainz (a destra), 57 anni, e il navigatore Lucas Cruz, 45. Sainz ha vinto la Dakar con la Mini dopo esserci riuscito nel 2010 con la Volkswagen e nel 2018 con la Peugeot
ANSA Festa grande per Carlos Sainz (a destra), 57 anni, e il navigatore Lucas Cruz, 45. Sainz ha vinto la Dakar con la Mini dopo esserci riuscito nel 2010 con la Volkswagen e nel 2018 con la Peugeot

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy