Corriere dello Sport

TREVISAN, LO SLAM È UN MONDO NUOVO

Quattro anni lontano dai tornei superando anche l’anoressia «Oggi è il mio giorno più bello»

- Di Stefano Semeraro

Ci sono punti che chiudono una partita e aprono un mondo. Martina Trevisan a Melbourne ha usato un ace per scrollarsi di dosso in due set Eugenie Bouchard, biondissim­a canadese decaduta dai piani alti del tennis dopo un paio d’anni di furore, ed entrare per la prima volta in carriera nel tabellone di uno Slam. A 26 anni, incipit vita nova.

DUE VItE. Gli Slam erano il mondo a cui Martina la fiorentina, volto intenso da ritratto del Masaccio, braccio benedetto, sembrava destinata già a sedici anni, quando spopolava fra le juniores e vinceva partite anche fra le pro. Una predestina­ta, che la racchetta se l’era trovata in mano da bebè. Poi la vita si è messa di traverso. Le turbolenze in famiglia, la pressione di stare al passo con le aspettativ­e altrui dopo che il fratello maggiore Matteo, numero 1 del mondo juniores nel 2007, che oggi fa il maestro fra Prato e Firenze, si era perso fra infortuni (tanti), fragilità e scelte sbagliate. I Trevisan sono una famiglia sportiva, papà ha giocato in serie B con la Sambenedet­tese e in C2 col Modena, mamma è maestra di tennis. Il dna però non è sempre uno scudo, né una garanzia. Così un giorno del 2010 Martina ha alzato le braccia. Battuta, prima che le partite vere iniziasser­o, da un’avversaria vigliacca. «I miei si stavano separando - ha raccontato - avevo i riflettori puntati addosso, e aggiungiam­oci anche un paio di infortuni. L’anoressia mi ha trovata già spiazzata. Pensandoci ora è stato un modo per farmi prendere sul serio, per gridare tutto il mio malessere».

FELICItA’. Il match si è interrotto per quattro anni, Martina ha iniziato a fare la maestra a Pontedera, ha ritrovato l’equilibrio, vinto il tie-break con il corpo e la mente. Tutti tranne uno. «Ero serena. Ma mi sono accorta che non ero davvero felice». Le mancava il tennis vero, l’adrenalina dei tornei. Nel marzo 2014, con l’aiuto di Giancarlo Palumbo e di tutto lo staff del centro federale di Tirrenia, ha ricomincia­to. Prima tappa l’Itf di Caserta - quarti di finale arrivando dalle qualificaz­ioni - poi è venuto il resto. La classifica (oggi è n.154), la convocazio­ne in Fed Cup. L’anno scorso proprio agli Australian Open la qualificaz­ione l’aveva mancata di due punti, contro la cinese Zhu. Questione di centimetri. Stavolta, nonostante la disperata rimonta finale di Gene, aiutata dagli strattoni del vento, non ha fallito. «Dopo la sconfitta con la Zhu ho lavorato molto sulla parte mentale, proprio per evitare gli errori di un anno fa. Con la Bouchard ho giocato punto su punto invece di pensare che dal 6-4 5-0 mi ero ritrovata sul 5-3. Alla fine il braccio ha un po’ tremato, ma non mi sono fatta prendere dall’ansia e ho giocato con lucidità. E’ il giorno più bello della mia vita tennistica, lo dedico a Emma, mia nipotina di due anni, e a tutti quelli che mi sono stati vicini». Benvenuta nel nuovo mondo. Anzi, in un mondo nuovo.

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SUPERTENNI­S Martina Trevisan, 26 anni, è entrata nel tabellone di Melbourne
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