LAZIO-SAMPDORIA
Inzaghi insegue l’11ª vittoria di fila per andare a tre punti da Sarri con una gara da recuperare «Scudetto? Scherzavo»
Gerboni, Rindone e Roscito
Inzaghi è Inzagol. L’uniforme da allenatore nasconde sempre la divisa da attaccante. La colonna sonora della Lazio di Simone è il suono del gol, una musica che l’ha accompagnato per una vita. Più mito che realtà, Inzaghi. Governa la Lazio dall’aprile 2016, da 182 partite, da 99 vittorie, la centesima può centrarla oggi. Le partite totali diventeranno 183, raggiungerà Tommaso Maestrelli, papà del primo scudetto, statua della lazialità, quinto nella classifica all time degli allenatori più presenti. Simone è l’allenatore ereditiere della storia e della gloria di casata. La scalata in atto, a fine anno, lo porterà a superare Delio Rossi (184 presenze), Eriksson (188), Lorenzo (196) e Dino Zoff (202), diventerà primo con 203 panchine.
I TRAGUARDI. La coincidenza di numeri di questo sabato intreccia storie e scenari. Simone punta la 100ª vittoria da allenatore dei big, è un traguardo frutto di gol segnati a tappeto. Nelle 182 partite in cui ha guidato la Lazio si sono ammirati 347 gol, media di 1,90 a partita, praticamente due ogni 90 minuti, nessun’altra squadra ha fatto meglio nel periodo aprile 2016-gennaio 2020. La cifra tonda (350) è vicinissima. Il confronto con gli allenatori “top” della serie A lo vede in testa. Allegri, oggi a spasso, da quando Inzaghi è sbarcato in serie A ha guidato la Juve per 170 partite e ha raccolto 331 gol. Gasperini, dal giugno 2016, è un avversario diretto di Simone: in 173 partite (9 in meno) la sua scoppiettante Atalanta ha prodotto 318 reti. Sarri, tra Napoli e Juve, con l’interruzione dell’anno inglese, in 134 partite ha appuntato sui registri 283 reti. Spalletti (151 gare da allenatore dal 2016), oggi fermo, ha visto entrare in porta 282 palloni. Il fatturato (considerando il numero di partite differente) premia Inzaghi, le medie-gol vedono Sarri avanti (2,1). A quota 1,90 (con Simone) c’è Allegri. Spalletti e Gasperini sono dietro (rispettivamente 1,83 e 1,86). Conte allena l’Inter da quest’anno (prima Italia e Chelsea).
IL TABÙ. Inzaghi punta alla normalizzazione dell’eccezionalità. Ha chiuso l’andata centrando la decima vittoria di fila, vuole iniziare il girone di ritorno con l’undicesima, aspettando il derby. Undici successi consecutivi (in A) li hanno centrati il Milan (stellare) di Sacchi (1989-90) e la Roma di Spalletti (2005-06), il record assoluto è dell’Inter di Mancini (17 nel 2006-07). Simone oggi si troverà di fronte Ranieri, sarà un anticipo di derby. Il tecnico della Lazio è uno sfatatore di vecchi tabù, adesso punta a battere il sor Claudio, diventato sir in Inghilterra, imbattuto contro la Lazio da otto partite (con Parma, Juve, Roma e Inter). Loro due, precisazione, si sono affrontati in campionato, mai nei derby. La Lazio inzaghiana vanta record su record: ha superato quota 40 gol dopo le prime 18 partite di A per la seconda volta nella sua storia (oggi sono 41, nel 2017-18 furono 43). I biancocelesti hanno segnato in tutte le ultime 23 partite interne di campionato (totale di 54 gol, 2,3 di media partita). La Lazio è imbattuta da 13 uscite, non arriva a 14 partite senza sconfitte in A dall’aprile 2007 (furono 15 in quel caso). Simone cerca soluzioni offensive anche dalle fasce, in Coppa Italia ha crossato Jony, ha segnato Patric, erano i due esterni di centrocampo: «Ai nostri esterni chiediamo un grosso dispendio di energie. Con Jony, che sostituirà lo squalificato Lulic, siamo in buone mani». La Lazio, nei 107 confronti andati in scena contro la Samp, ha quasi doppiato i blucerchiati per vittorie: 50 contro 26 (31 pareggi). L’ultima sconfitta all’Olimpico risale al gennaio 2005 (1-2 per la Sampdoria), da quell’anno si sono contati 10 successi laziali e tre pareggi. Scongiuri di rito.
Con un cammino lanciatissimo, sta battendo una serie infinita di primati
E il rendimento in casa è super: sempre in rete nelle ultime 23 gare