Il Napoli prova a riprendersi
Stasera la Fiorentina (20.45), Demme e Lobotka partono in panchina
Dopo trentasette giorni, c’è già un bivio: e il Napoli sa bene che stavolta, in una settimana, c’è un destino che si compie. E affinché ci sia un senso, una speranza, gran parte del destino è racchiuso in questo bivio che tra campionato e coppa Italia può spalancare alla speranza o alla disperazione. C’è un anno intero sintetizzato in duecentosettanta minuti e nel ticchettio del cronometro c’è una verità quasi assoluta, ineludibile, alla quale Gattuso non si sottrae, la va a cercare, come un rabdomante, e pure come Ancelotti, perché: «non sono venuto per pettinar le bambole».
Fiorentina, i quarti di coppa Italia con la Lazio e poi la Juventus: Gattuso, niente male come esami?
«Noi pensiamo solo alla Fiorentina. Ahimè, da quando sono arrivato, i numeri non sono positivi e ora affrontiamo una squadra viva che tiene bene il campo. Per noi è una sfida importantissima, dobbiamo portare i tre punti a casa e non sbagliare. La classifica mi fa impallidire e per noi questa è una finale».
Diceva: mi manca il lavoro sugli ultimi trenta metri.
«Perché la priorità era un’altra, dovevamo pensare alla difesa e al centrocampo. Ora possiamo sviluppare la manovra».
Avrà anche Demme e Lobotka. «Sono giocatori che possono darci una grossissima mano. Sono due acquisti importanti ma nessuno ha il posto assicurato, chi merita gioca. A me non piace buttare allo sbaraglio ai miei giocatori e quindi ora li sto valutando. Non è stato facile prenderli. Demme è stato il capitano del Lipsia, c’è stata la volontà sua, ha personalità, come Lobotka, al quale piace sterzare, portar palla come Verratti».
E Fabian tornerà mezzala... «Fabian è fortissimo e secondo me sta facendo bene. Può sbagliare qualcosa perché ha un tocco in più, non gioca nel suo ruolo ma mi piace in questa posizione».
Intanto faticate a trovare continuità: di quanto tempo ha ancora bisogno?
«Non faccio il mago: abbiamo cambiato metodologie di lavoro e giocano sempre gli stessi.
Ma mi piace ciò che i ragazzi mi stanno dando».
Le prossime tre partite in otto giorni rischiano di creare pressioni?
«Mi mancano giocatori importanti, questo è il problema principale. Il problema più grosso è in difesa, ma non mettiamo le mani avanti».
Il Napoli deve essere cattivo o bello?
«Servono entrambe le cose. La cattiveria nello sport è importante, se non si commettono sciocchezze. Cattiveria agonistica significa non mollare, aiutare un compagno, annusare il pericolo».
Ha ritrovato Insigne.
«E’ il capitano e si deve assumere le proprie responsabilità. Sta facendo cose importanti. Ma tutti devono dare il massimo, come stanno facendo. Io vedo qualcosa di nuovo e di buono».
E Hysaj ha dimostrato di meritare fiducia.
«Ce ne sono pochi migliori di lui e si sta facendo trovare pronto. Conosce bene certi meccanismi. Per sette anni ha sempre giocato con la difesa a quattro».
Che progressi si aspetta? «Dobbiamo essere bravi e non lasciare dare campo ai nostri avversari ed essere veloci nel far scorrere la palla». «Pensiamo a Chiesa, Cutrone,
Caceres e a Iachini. La priorità è la Fiorentina, ci giochiamo tanto, sia a livello mentale che di classifica. Dobbiamo creare pericoli con il gioco, riempire l’area, segnare: siamo la squadra che ha colpito più pali».
Sono cambiate le gerarchie tra i pali.
«Io con questa storia non mi diverto. Meret è un patrimonio della società e Ospina ha un vissuto, in questo momento sto andando alla ricerca di questa tipologia di gioco e il colombiano è un po’ più avanti».
Cosa vede nel futuro?
«La partita con la Fiorentina. Però una cosa la voglio sottolineare: sento parlare di squadra smantellata, mentre abbiamo fatto due acquisti e un calciatore ha appena fatto le visite mediche per l’anno prossimo. Non stiamo qui a pettinar le bambole».