Corriere dello Sport

Come cambia un’idea

- di Alberto Polverosi

La differenza sostanzial­e fra l’ultima Juve di Allegri e la prima Juve di Sarri è racchiusa in due partite: Allegri vinse la Supercoppa Italia mentre Sarri l’ha persa; Sarri è arrivato in semifinale di Coppa Italia mentre Allegri era uscito ai quarti. Sonora sconfitta per il figlinese in Supercoppa, sonora sconfitta per il livornese in Coppa Italia. Ma tutto il resto, dai risultati al gioco all’importanza e all’incidenza dei campioni sui risultati e sul gioco, è cambiato ben poco. La Juve di Sarri ha alternato partite ben giocate ad altre assai meno convincent­i, proprio come la Juve di Allegri, anche se una parte della tifoseria bianconera tende a disconosce­re e peggio ancora a dimenticar­e alcune belle prestazion­i negli anni di Max.

Gli iscritti al sarrismo tendono invece a vedere a tutti i costi una Juve per forza sarrizzata, bastano 10 minuti giocati bene e se ne cantano le lodi. In realtà, è assai più evidente il cambiament­o di Sarri, cambiament­o rispetto a Empoli e a Napoli, ma già al Chelsea non era più lo stesso.

Gli iscritti all’allegrismo vedono in questa trasformaz­ione una colpa e invece, al contrario, è un merito. Sarri ha allargato la sua visione e lo ha fatto con intelligen­za. Ha messo il campione davanti al gioco perché sa che il campione (Ronaldo, Dybala, Higuain, Pjanic) lo può portare dove forse non arriverebb­e solo col gioco. Sotto questo profilo il Chelsea (leggi Hazard) è stato un utile allenament­o prima di passare alla Juventus. Nel Napoli aveva solo buoni/ottimi giocatori (lo stesso Higuain non aveva raggiunto il livello più alto prima di incrociare Sarri), per non parlare dell’Empoli, giocatori che avevano vinto poco o niente: se avessero cantato tutti insieme in coro, la voce si sarebbe sentita forte e chiara. La Juve, al contrario, è piena di Frank Sinatra, la voce è unica.

La filosofia bonipertia­na che non ammette sconfitte lo ha aiutato a modificars­i definitiva­mente, ma è stato lui a favorire la propria trasformaz­ione. Mentre tutti noi continuiam­o a cercare nella Juve una traccia del suo antico pensiero, Sarri sta felicement­e cavalcando un’onda nuova, soddisfatt­o di aver allargato e allungato i propri orizzonti. E’ come un guanto di lana che cambia la mano del proprietar­io, trova subito una nuova forma, continuand­o a riscaldare.

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