Corriere dello Sport

«Conte è il top, ti parla in faccia»

- Ad.anc. /ass

MILANO - Due partite di seguito a secco di gol in campionato sono anche troppe, per uno come Romelu Lukaku. E averne vinte appena due delle ultime sei, non è un rendimento da Inter. Chissà che il belga se lo ricordi dopo ventitré secondi, così come fatto in Coppa Italia settimana scorsa proprio contro il Cagliari. Di sicuro è carico a pallettoni per esaltare di nuovo il pubblico di San Siro. E lasciarsi alle spalle la partita poco brillante giocata a Lecce. «Conte è il migliore anche per questo», ha detto Lukaku nel corso di un'intervista a Sky Sports Uk. «Ti dice sempre tutto in faccia, soprattutt­o quando sbagli: è capitato al debutto in Champions League, contro lo Slavia Praga. Ha detto davanti a tutta la squadra che, giocando così male, mi avrebbe tolto dopo cinque minuti: non mi era mai successo in carriera. Ha rafforzato la fiducia e al tempo stesso mi ha svegliato. Assieme a Koeman e Roberto Martinez, Conte è l'allenatore più bravo che ho avuto».

ARIA NUOVA. C'è un duello scudetto che non aspetta: la Juve rischia di scappare, la Lazio mette ulteriore pressione all'Inter che domani deve ritrovare i tre punti. «Nessuno si arrende, perché Conte ci dà sempre l'energia per continuare e a dare di più», ha assicurato Lukaku. «All'inizio per me è stato difficile dovermi abituare a tutto questo lavoro fisico. Siamo la squadra che corre di più, creiamo molte occasioni e abbiamo una grande difesa. E' bello pensare di poter far emergere il mio potenziale». Quello che negli ultimi tempi al Manchester United si era perso: il belga – bomber in servizio permanente effettivo anche con la propria nazionale, dove arriva da sette gol consecutiv­i – è stato il numero uno della lista di Antonio Conte per la sua nuova vita nerazzurra. «Devo riscoprire me stesso, dopo che l'anno scorso le cose non sono andate come volevo. A marzo ho preso la decisione di lasciare Manchester, e l'ho comunicata al manager. Sono arrivato alla conclusion­e che fosse meglio cambiare aria: separarsi è stato meglio per entrambe le parti, e ho preso la decisione giusta anche perché lo United nel frattempo ha lasciato spazio a giocatori più giovani».

RAZZISMO. La piaga del razzismo, anche nel calcio, è qualcosa che Lukaku ha toccato con mano esattament­e un girone fa. A Cagliari, continui ululati come segno di inciviltà che l'attaccante dell'Inter ha fatto subito notare. «L'Italia è un Paese bellissimo, ma bisogna tenere gli ignoranti fuori dagli stadi. In questo l'Olanda ha fatto un ottimo lavoro. A volte noi giocatori dobbiamo prendere in mano la situazione».

«L’Italia è stupenda ma bisogna tenere gli ignoranti fuori dagli stadi»

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GETTY IMAGES Lukaku e tutto il suo entusiasmo di fronte a Conte

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