Corriere dello Sport

PROVACI ANCORA LORENZINO

Insigne, tre gol in coppa e la gioia ritrovata Ora deve cancellare il “peccato” di Torino La sua seconda chance davanti alla Juve e a Sarri arriva al momento giusto

- Di Fabio Mandarini

Lacrime torinesi e sorrisi napoletani: la vita è cambiata in cinque mesi. E meno male, verrebbe da dire, per lui e per il Napoli. Fatto sta che oggi la situazione sembra essere ideale: Lorenzo Insigne ha riconquist­ato la gioia del calcio, ha ritrovato i gol, con la Lazio ha trascinato la squadra da capitano vero e il San Paolo, sempre duro e spesso molto ingeneroso nei confronti, gli ha dedicato applausi sentiti. Alé: Gattuso lo ha rigenerato sia dal punto di vista tattico, riproponen­do l’amato tridente, sia sotto l’aspetto mentale.

Non c’è che dire: al di là delle reti in Coppa Italia, con il Perugia e con la Lazio (splendida), Lorenzino ha gradualmen­te ricomincia­to a giocare come sa. Come non riusciva più: con la scintilla negli occhi. E ora: la prima sfida con Sarri, l’uomo con il quale ha dato il meglio di sé. «Per noi napoletani la sua scelta di andare alla Juve è stata un tradimento: ora dobbiamo batterlo sul campo», disse in ritiro a Dimaro. E questo spirito, questa foga e questa voglia spiegano forse l’imprudenza e le lacrime dell’andata a Torino: quando nell’intervallo fu costretto ad arrendersi a un infortunio celato ad Ancelotti. A tutti: anche a se stesso.

LA PROMESSA. E allora, l’aneddoto. L’atto d’amore di Insigne: è proprio così che va spiegata la storia andata in scena negli spogliatoi dello Juventus Stadium la notte del 31 agosto; quando Lorenzo nascose a Carletto e allo staff un risentimen­to muscolare accusato nel riscaldame­nto pur di giocare quella partita, pur di provare a vincere con il suo ex maestro, salvo poi arrendersi all’evidenza e confessare in lacrime la verità. Rischiò tanto e anche troppo, certo, però l’episodio testimonia quanto il capitano tenga al Napoli e alla maglia. E alle promesse: «Dobbiamo battere Sarri». Reo di “tradimento” juventino, secondo la sua definizion­e da scugnizzo e tifoso: ecco, l’occasione è servita. Domani: è un’altra squadra, sono altre ambizioni ed è un momento di convalesce­nza, chiaro, però lo sport è altamente imprevedib­ile. Sempre.

GRANDE RITORNO. Di certo, per ora a essere cambiata del tutto è proprio la tendenza di nome Insigne: prestazion­i finalmente all’altezza delle sue qualità dopo mesi trascorsi a galleggiar­e in un mare di compitini e polemiche, e soprattutt­o giocate decisive. Tipo il gol, dicevamo stupendo, realizzato martedì in Coppa Italia con la Lazio e valso le semifinali: il terzo in sette giorni, dopo la doppietta di rigore con il Perugia. Anzi: nelle ultime quattro partite, comprese anche le sfide con la Fiorentina e ancora con la Lazio in campionato, è Lorenzo l’unico azzurro ad aver segnato. Non resta che interrompe­re il Ramadan della Serie A: l’ultima rete risale alla trasferta di Lecce del 22 settembre 2019. Sedici partite e 126 giorni domani: una vita. Sì, un’eternità, ma bisogna aver pazienza e costanza: il capitano è tornato, ci ha messo un po’ ma ce l’ha fatta. E tra Gattuso e Sarri, un alleato e un antico maestro divenuto rivale, chissà che domani la carica non schizzi in orbita.

«Per noi napoletani la scelta della Juventus da parte di Sarri è un tradimento Dobbiamo battere il nostro ex allenatore sul campo»

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Lorenzo Insigne, 28 anni, capitano del Napoli
MOSCA MOSCA Insigne questa estate in ritiro a Dimaro Lorenzo Insigne, 28 anni, capitano del Napoli

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