Vlahovic vicino a Chiesa Cutrone pronto all’uso
Si parte con il 3-5-2, il modulo però può cambiare durante la gara. Venuti a centrocampo
Adesso comincia il difficile. Non che prima fosse tutto agevole, anzi, ma la Fiorentina era vicina al fondo e da lì si può solo risalire se ci provi e ci metti cuore e volontà. Adesso invece serve confermarsi, che è cosa ancora più complicata perché i risultati ottenuti subito (non solo sul campo) sono stati eccellenti e questo porta con sé il passaggio successivo e naturale: specie considerando che al Genoa faranno seguito prima Inter e poi Juventus in trasferta. Ecco il motivo per il quale Beppe Iachini ha mescolato e rimescolato i calciatori a sua disposizione ben oltre le esigenze dettate dalle assenze. Certo, “colpa” della squalifica di Dalbert per somma di ammonizioni e un po’ meno della reiterata indisponibilità di Boateng, ma più che altro è forte la necessità di tenere tutti sulla corda per avere risposte adeguate da ciascuno in caso di chiamata. Il tecnico viola ha fatto le sue scelte sfruttando la rifinitura, però non sarebbe una sorpresa clamorosa se ci tornasse sopra oggi dopo averci pensato anche la notte appena trascorsa.
FEDE&DUSAN. Non due nomi a caso, chiaramente. I nomi di
Chiesa e Vlahovic che insieme dovrebbero andare a comporre la coppia d’attacco con Cutrone all’inizio in panchina e pronto ad entrare per aumentare il peso specifico del reparto. Dovrebbero. Non è una certezza che tale può esserlo solo se l’annuncia Iachini e questo non è successo, ma è comunque l’indicazione dall’allenamento di ieri sul terreno del Franchi in un contesto di prove assortite e varie: è tuttavia un indizio importante che non può non essere considerato. Quindi, ci sta di vedere Chiesa e Vlahovic là davanti nel segno del 3-52 che è il modulo di riferimento e che comunque è modificabile già durante la gara, con o senza Cutrone in più. Non all’inizio, ragion per cui Milenkovic, Pezzella e Caceres rappresentano i punti fermi della difesa, così come Lirola ora è più che mai il “proprietario” della fascia destra, mentre la succitata mancanza di Dalbert sarà compensata dal vincitore del ballottaggio tra Venuti e Maxi Olivera: i favori vanno al primo, però occhio all’uruguaiano che ha l’esperienza, la capacità di adattarsi e la grinta che piacciono a Iachini.
FARO PULGAR. Dove non ci sono novità, perché non ci sono al momento ipotesi differenti, è a centrocampo che ancora una volta ruoterà intorno a Pulgar, l’elemento più rivitalizzato dall’arrivo del nuovo allenatore attraverso percorso e modi molto simili a quelli seguiti per Lirola. Intanto il cileno è stato spostato al centro della Fiorentina in tutti i sensi e dal posto di comando l’ex Bologna ne ha guadagnato in fiducia e sicurezze, mettendo a disposizione dei compagni non solo la corsa e il dinamismo, ma anche e soprattutto la visione di gioco e la brillantezza delle idee. Rigenerato, rinfrancato, rimotivato, Pulgar ha cominciato a sciorinare calcio al servizio della squadra preoccupandosi di costruire come gli riesce bene e non è una coincidenza se, Spal a parte, la squadra viola ha ritrovato quelle geometrie e quella velocità d’esecuzione che sembravano irrimediabilmente perdute. Specie considerando che il sudamericano può contare sul talento cristallino di Castrovilli e sulla duttilità di Benassi.