300 MILIONI E PASSA LA PAURA
Hamilton-Mercedes: la trattativa si complica sulla durata Richiesta-monstre: altri 4-5 anni per divenire poi ambasciatore del marchio. La Stella gliene offre due, sembra fatta ma lui dice: «Ricominciamo»
Due settimane fa sembrava fatta: altri due anni con Mercedes, 2021 e 2022. Poi Lewis Hamilton si è presentato per l’ennesima volta a Brackley con la sua ventiquattr’ore, si è seduto davanti al panel di avvocati che fronteggia da solo divertendosi come un matto, li ha guardati negli occhi e ha detto: «Ricominciamo».
Questa è la storia di una trattativa singolare, in cui succedono cose inusuali. E’ tesa, lunga e vieppiù complessa, nonostante sia chiaro alle parti che la firma ci sarà, visto che non c’è alternativa: con Ferrari e Red Bull che hanno blindato i loro piloti di riferimento sul lungo termine (Leclerc fino al 2024, Verstappen fino al 2023), Hamilton avrà bisogno della Mercedes per puntare al Mondiale dopo il 2020, non meno di quanto Mercedes avrà bisogno di lui.
PIÙ VITE IN UNA. Lewis adora vivere più vite, tutte eccitanti e avventurose: è pilota e vuole diventare il più vincente di sempre (valore che gioverebbe a Mercedes e che lui si sta giocando alla grande nelle negoziazioni), ma a tratti si sente un grande rapper, un indossatore di alta moda, un designer di gioielli, un esploratore, un attore in film di azione. Questa è la fase del manager: di sé stesso.
Certamente consulta dei legali in forma privata, ma poi al tavolo si presenta lui, solo con la sua valigina, non dissimilmente da come si muoveva l’ispiratore della sua carriera: Ayrton Senna. Squaderna faldoni spessi tre dita, mentre dall’altra parte più avvocati curano i singoli aspetti contrattuali: cifre e durata, sponsorizzazioni, vincoli di uscita, sfruttamento dell’immagine e vari aspetti commerciali. Ma non divaghiamo.
La richiesta economica di Hamilton è senza precedenti, ben superiore agli attuali 50 milioni a stagione. Gli interlocutori sgranato gli occhi e soffiato: «Cifre da NBA». Siamo sui 60 milioni annui, che il pilota chiede per una durata molto lunga: altre quattro o cinque stagioni, dunque dal 2021 al 2024-2025, con l’impegno formale di non passare in altre squadre (d’altronde avrà 3940 anni) e la richiesta di diventare Brand Ambassador, uomo Mercedes a vita. Suvvia, 300 milioni e passa la paura.
CIFRA O DURATA: IL BIVIO. Toto Wolff, che ha in mano la trattativa, per quanto alle prese con un fenomeno preferirebbe non legarsi mani e piedi per un periodo tanto lungo, un orizzonte cui finora nessuno ha spinto lo sguardo. Cosa sarà la Formula 1 nel 2025, nel senso: chi ne sarà il dominatore? Qualche sarà il ruolo di Mercedes (al netto dei giochi tattici “resto/vado via” con Liberty Media per rinegoziare gli accordi economici)? Quanto sarà ancora inossidabile il suo campione?
Su queste domande, la Stella ha proposto ad Hamilton due opzioni: la prima, soldi ok ma per due anni (2021-2022); la seconda, discutiamo su lunga durata ma torniamo a cifre accettabili. Un’esigenza, quest’ultima, che serve a Brackley per tenersi in linea con le esigenze di spending review dettate dal presidente Ola Källenius (vuole che l’azienda risparmi un miliardo di dollari entro il 2022 ma va detto che il team, vincendo, procura un vantaggio immateriale molto superiore ai costi: si spendono meno di 500 milioni all’anno e il ritorno in termini pubblicitari è quantificabile in due-tre miliardi).
Un gioco difficile da condurre, in cui il pilota si mostra ora accomodante, ora intransigente. Sulla prima opzione - due anni di contratto per la cifra richiesta - Hamilton sembrava aver accettato quando poi - lo dicevamo in apertura - s’è presentato e ha detto ricominciamo: se è così, alla scadenza voglio essere libero di andare altrove. E tutto si è bloccato. Nelle sue richieste c’è anche un terzo punto dirimente: libertà nella gestione degli sponsor personali e della propria immagine.
MESSAGGIO AL PILOTA. Proprio ieri Wolff gli ha mandato un messaggio, con questa dichiarazione: «Lui è una priorità, ma conta la macchina. Spero ancora moltissimo che il nostro rapporto continui, però non ne ho il pieno controllo. Se si perde un membro importante del team ciò crea rischi, ma anche opportunità». Per il pilota non c’è fretta: possiamo discuterne anche fino a Monza, se n’è uscito, così lasciando atterrito Wolff che invece vorrebbe chiudere prima dell’inizio del Mondiale.
La trattativa tesa diverte Hamilton e accresce il suo ego. Lewis è pronto sì a stressare gli interlocutori, ma resta imprevedibile: potrebbe infine ottenere quel che chiede (in termini economici e/o di durata) e firmare.
Intanto la W11 procede. Il motore è stato acceso giovedì e ieri la macchina è stata completata, pronta per funzionare nella galleria del vento con tappeto mobile. Si discute di futuro ma c’è un presente che bussa forte alla porta, chiedendo attenzione.
Macchina pronta: acceso il motore giovedì, ultimato ieri il montaggio