Corriere dello Sport

Serena a casa: Darei un pugno al muro

- Di Mario Viggiani

«Siediti lungo la riva del fiume e aspetta, prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico». Non è dato sapere se Qiang Wang vada per fiumi, e qui peraltro i cadaveri sono soltanto metaforici. L’unica certezza è che la 28enne cinese, in età abbastanza saggia per una giocatrice di tennis, comunque ora n.29 del mondo, soltanto quattro mesi fa rimediò giusto un game e quindici punti in 44’ contro Serena Williams, nei quarti dello US Open. E invece ieri, nel terzo turno dell’Australian Open, l’ha spuntata lei per 6-4 6-7 7-5 dopo 2h41’, nonostante il “braccino” nel secondo set, quando ha fallito la palla del 5-2 e ha servito sul 5-4.

Allo stupore della Wang («Sono felice, ho sempre creduto che un giorno sarei riuscita in un’impresa del genere»), s’è contrappos­ta la sincerità di Serena, che ha così fallito l’ennesimo assalto al 24º Slam da mettere in una bacheca che eguagliere­bbe quella di Margaret Court: «Ho fatto troppi errori (56 in tutto contro i 20 della cinese - ndr), per una giocatrice profession­ista. Non posso giocare in questo modo. Perdere fa male esattament­e come dieci anni fa, solo che a differenza di allora forse ora riesco a dissimular­e meglio, sono migliorata come attrice. Riesco a far finta di nulla, quando vorrei tirare un pugno contro il muro».

L’altra sorpresa di giornata nel torneo femminile è arrivata dalla teenager terribile “Coco” Gauff, erede designata di Serena. Anche qui si è trattato di una rivincita: Naomi Osaka la eliminò nel terzo turno dello US Open 2019 per 6-3 6-0 in 1h05’, stavolta è stata la 15enne di Delray Beach a battere la giapponese, n.4 del mondo, per 6-3 6-4 in 1h05’.

WOZNIACKI. Era una ragazzina, Caroline, quando debuttò nel circuito Wta: aveva appena 15 anni e 8 giorni. Lo lascia quando ne ha quasi il doppio (ne compirà 30 l’11 luglio), dopo aver vinto 30 tornei (almeno uno l’anno dal 2005 al 2019), compreso uno Slam (Australian Open 2018), ed essere stata n.1 del mondo per 71 settimane. Il suo era un ritiro agonistico annunciato, colpa più che altro dell’artrite reumatoide che l’affligge da tempo: è avvenuto nel terzo turno contro la tunisina Ons Jabeur, che s’è detta dispiaciut­a «per aver messo la parola fine alla carriera di una campioness­a che è stata esempio per tante di noi. Non è stato facile giocare pensando che magari un mio vincente avrebbe chiuso la sua avventura».

La Wozniacki s’è congedata in lacrime ma anche con grande serenità, affiancata e festeggiat­a dai genitori, dal fratello e dal marito David: «Avevo un sogno, vincere uno Slam, e l’ho trasformat­o in realtà. E lo stesso è avvenuto quando sono diventata numero 1 del mondo. E questo saluto la ricorderò per sempre. Ora è tempo di diventare mamma». Invece la Jabeur affronterà proprio baby Gauff.

La Wozniacki perde con la tunisina Jabeur e chiude «Farò la mamma»

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