Corriere dello Sport

Omaggio a Bartali, campione che in silenzio ha salvato vite

- Di Alessandra Giardini

Adesso Gino Bartali lo insegnano ai ragazzi nelle scuole, glielo fanno vedere a teatro, gli danno la sua storia da leggere. Meno male, perché la memoria va rinfocolat­a di continuo, e la cronaca di tutti i giorni ci dice che non è mai abbastanza. La storia del campione Bartali, che ha riempito libri e giornali e ha spaccato l’Italia, la conoscevan­o tutti. Quella dell’eroe Bartali invece è rimasta segreta a lungo, lui quello che faceva non l’aveva raccontato neanche a sua moglie Adriana, quando spariva per ore le diceva che andava a fare «il lungo», non c’era bisogno di farla preoccupar­e. E poi «il bene lo si deve fare ma non lo si deve dire perché se lo dici si sciupa».

Bartali era sempre stato insofferen­te al regime, quando aveva vinto il Tour nel ‘38 aveva ringraziat­o la Madonna, mica Mussolini, e questo non era piaciuto. Quando l’Italia promulgò le Leggi razziali, Gino nascose una famiglia di ebrei nella sua casa di Firenze. E dopo l’armistizio, quando la situazione si incattivì ancora di più, mise in gioco la sua stessa vita. Per quello che fece, più e più volte, la pena era la fucilazion­e. Lui passava i posti di blocco sulla sua bici da corsa, i fascisti lo conoscevan­o, tutti lo conoscevan­o. Qualche volta lo fermarono, gli sequestrar­ono anche la bici, ma nessuno si accorse mai dei documenti nascosti nella canna e dei timbri per falsificar­e i passaporti infilati sotto il sellino. Fra il ‘43 e il ‘44 Bartali fece la strada fra la Toscana e l’Umbria decine di volte, avanti e indietro. Ogni volta regalava a un gruppo di ebrei identità nuove, nuove vite. A Firenze era l’arcivescov­o Dalla Costa il suo interlocut­ore, dall’altra parte c’era il rabbino Cassuto. Così, fra andata e ritorno, Bartali regalò un’altra vita a più di ottocento ebrei. Prima di morire, lo raccontò a suo figlio Andrea, raccomanda­ndosi di non dirlo a nessuno.

Bartali è stato ricordato alla Camera con un convegno, ieri, e una mostra che si potrà visitare a partire da lunedì, giorno della Memoria (ingresso da piazza del Parlamento, fino al 31 gennaio). Il presidente della Camera, Roberto Fico, ha detto che Bartali è un esempio per i più giovani, perché «ha fatto prevalere il senso di umanità, il rispetto della vita e dei diritti fondamenta­li su ogni altra cosa».

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