Omaggio a Bartali, campione che in silenzio ha salvato vite
Adesso Gino Bartali lo insegnano ai ragazzi nelle scuole, glielo fanno vedere a teatro, gli danno la sua storia da leggere. Meno male, perché la memoria va rinfocolata di continuo, e la cronaca di tutti i giorni ci dice che non è mai abbastanza. La storia del campione Bartali, che ha riempito libri e giornali e ha spaccato l’Italia, la conoscevano tutti. Quella dell’eroe Bartali invece è rimasta segreta a lungo, lui quello che faceva non l’aveva raccontato neanche a sua moglie Adriana, quando spariva per ore le diceva che andava a fare «il lungo», non c’era bisogno di farla preoccupare. E poi «il bene lo si deve fare ma non lo si deve dire perché se lo dici si sciupa».
Bartali era sempre stato insofferente al regime, quando aveva vinto il Tour nel ‘38 aveva ringraziato la Madonna, mica Mussolini, e questo non era piaciuto. Quando l’Italia promulgò le Leggi razziali, Gino nascose una famiglia di ebrei nella sua casa di Firenze. E dopo l’armistizio, quando la situazione si incattivì ancora di più, mise in gioco la sua stessa vita. Per quello che fece, più e più volte, la pena era la fucilazione. Lui passava i posti di blocco sulla sua bici da corsa, i fascisti lo conoscevano, tutti lo conoscevano. Qualche volta lo fermarono, gli sequestrarono anche la bici, ma nessuno si accorse mai dei documenti nascosti nella canna e dei timbri per falsificare i passaporti infilati sotto il sellino. Fra il ‘43 e il ‘44 Bartali fece la strada fra la Toscana e l’Umbria decine di volte, avanti e indietro. Ogni volta regalava a un gruppo di ebrei identità nuove, nuove vite. A Firenze era l’arcivescovo Dalla Costa il suo interlocutore, dall’altra parte c’era il rabbino Cassuto. Così, fra andata e ritorno, Bartali regalò un’altra vita a più di ottocento ebrei. Prima di morire, lo raccontò a suo figlio Andrea, raccomandandosi di non dirlo a nessuno.
Bartali è stato ricordato alla Camera con un convegno, ieri, e una mostra che si potrà visitare a partire da lunedì, giorno della Memoria (ingresso da piazza del Parlamento, fino al 31 gennaio). Il presidente della Camera, Roberto Fico, ha detto che Bartali è un esempio per i più giovani, perché «ha fatto prevalere il senso di umanità, il rispetto della vita e dei diritti fondamentali su ogni altra cosa».