Corriere dello Sport

Esame Toro per l’Atalanta

Anticipi: alle 20.45 la sfida Mazzarri-Gasp. In campo anche Bologna (15) e Fiorentina (18)

- di Alessandro Rialti

AFirenze non c’è trippa per gatti...». Beppe Iachini, il guerriero giovane e vecchio, che scuote la squadra e parte “lancia in resta” contro gli avversari, che medita sempre con antiche massime, un po’ rivoluzion­ario e un po’ tradiziona­lista. Un allenatore che però conserva sicurament­e un elemento giovane: il cuore.

SONO UN ATTACCANTE. Il tecnico Iachini e il tridente: «Io sono stato un mediano, ma le mie squadre hanno generalmen­te segnato tanto, sono stati conquistat­i record per gli attaccanti, altri primati che ancora resistono, vittorie fuori casa, sempre valorizzan­do giocatori anche in attacco. Icardi, ad esempio, ha esordito con me alla Samp a 18 anni, idem Belotti, che veniva dall’Alessandri­a. Posso fare altri nomi come Dybala, Franco Vazquez, venduto poi a 20 milioni di euro. Il mio compito è migliorare ogni singolo e inserirlo nella tattica del collettivo. In passato mi è riuscito fare un tridente con Dybala, Vazquez e Belotti: magari più avanti ce la facciamo anche qui con Chiesa, Vlahovic e Cutrone dall’inizio, perché no? Questo è il momento di abbassare la testa, spingere sui pedali e dare il massimo perché non abbiamo fatto ancora nulla».

IL MONDO CAPOVOLTO. «Io confido sempre sul lavoro sul campo - prosegue Iachini -. Chiedo un calcio più verticale, ma anche di possesso quando c’è bisogno, perché è necessario avere più soluzioni in attacco. Ho lavorato anche sulla mentalità e la squadra ha risposto subito bene. A me non piace un calcio d’attesa, ma dinamico, d’intensità. Quando sono arrivato c’erano sfiducia, preoccupaz­ione e depression­e dopo il solo punto raccolto in sei partite. Abbiamo ribaltato questa situazione in poco tempo. Ci stiamo conoscendo - sottolinea il tecnico rossoblù - e ora stiamo lavorando sui particolar­i, perché questo gruppo con tanti giovani ha ampi margini di crescita. Anche se ci troviamo sulle ali dell’entusiasmo, bisogna essere umili, stare da stare testa bassa e pedalare: dobbiamo pensare una gara per volta, provando a costruire sempre la partita perfetta rispetto a chi abbiamo di fronte per centrare il massimo del risultato. Ripeto. serve grande umiltà, impegno, dedizione e organizzaz­ione di gioco». ìTRIPPA E RABBIA. «Se la affrontiam­o male mentalment­e, la gara col Genoa, allora mi incavolo (ma è un eufemismo, ndr) di brutto. Ci stiamo pensando già dal post partita di Napoli. Non ho timori in questo senso. Il match è difficilis­simo: tutti pensano alla squadra che sta attraversa­ndo un momento delicato, ha messo in difficoltà la Roma, ha giocatori con doti individual­i importanti. Ho grande rispetto per l’avversario, ma siamo a casa nostra e, come detto, qui non ci deve essere trippa per gatti. Per nessuno. Non possiamo far altro se non crescere: ci vuole tempo, ma siamo sulla strada giusta. Abbiamo messo parecchia benzina nelle gambe, ma non ancora quanta ne avrei voluto».

OCCHIO AL GENOA. « Ho preso tre gialli? Sì, l’area tecnica me la fanno troppo stretta (ride, ndr). Il Genoa ha ottimi elementi, bisognerà stare attenti. Guai a pensare alla loro classifica. Hanno ottimi elementi, penso a Pandev, Schone, Sanabria, Criscito, Sturaro e Perin, per fare alcuni nomi che mi vengono in mente».

CHIESA E BADELJ. «Non si fanno valutazion­i sull’Inter. Si pensa solo al Genoa. Chiesa sta bene, non vedo grandi problemati­che. Ci sarà. Badelj?Aveva qualche problemino e su questo stiamo lavorando per fargli recuperare la migliore condizione isica. Lui e Pulgar sono simili, nessuno dei due può fare l’interno».

CHI A SINISTRA. «Chi prende il posto di Dalbert? Maxi Oliveira

è arrivato da una settimana, è un mancino. Abbiamo anche Terzic, che ha velocità, gamba e piede. Venuti lo conosciamo. Io non ho la bacchetta magica o la palla di vetro, non ho il percorso del precampion­ato, ho solo la gara precedente. Sottil vorebbe giocare di più? Sta crescendo: ma parla il rettangolo, quando uno è più forte dell’altro gioca. Se no, aspetta e poi dimostra di essere più forte e guadagna spazio. Le regole del calcio sono sempre le stesse, dal Katanga all’Alaska: è bello che un ragazzo voglia partecipar­e, sono qui che aspetto, anche i magazziner­i».

«Chiesa, Cutrone e Vlahovic: tridente Giocai con Belotti, Dybala e Vazquez»

«Federico? Aveva qualche problemino ora è tutto superato e si è allenato bene»

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GETTY IMAGES Beppe Iachini, 55 anni, sulla panchina viola da fine dicembre

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